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Cooperazione internazionale

Introduzione

La cooperazione internazionale, nei suoi termini più generali, è una forma di collaborazione tra diversi attori per affrontare sfide di interesse e di portata globale: vede per protagonisti gli Stati, le organizzazioni sovranazionali o internazionali nelle loro molteplici forme, le organizzazioni non governative (ONG), così come imprese private e singoli individui. Alla sua base vi è la considerazione che problemi e fenomeni sono sempre più interconnessi e richiedono risposte coordinate. Le azioni volte, ad esempio, alla lotta contro la povertà, alla riduzione dei conflitti armati, alla gestione delle pandemie, al soccorso in situazioni di emergenza, al contrasto ai cambiamenti climatici, ecc., in quanto vere e proprie sfide globali, richiedono uno sguardo globale per poter essere realmente efficaci e necessitano quindi di una forma di cooperazione fra vari attori a livello internazionale.

Tipologie di Cooperazione Internazionale

La cooperazione internazionale si manifesta in varie forme, ognuna delle quali risponde a esigenze specifiche e contesti particolari.
  • Cooperazione allo sviluppo. è la forma di cooperazione che mira a migliorare le condizioni di vita nei paesi in via di sviluppo attraverso progetti a lungo termine. Si tratta di interventi che spaziano dalla costruzione di infrastrutture, come strade e scuole, all’introduzione di tecnologie sostenibili, all’assistenza tecnica in settori chiave come l’agricoltura e la sanità. (Un esempio significativo è il Millennium Villages Project, che ha promosso lo sviluppo rurale in Africa, migliorando l’accesso all’acqua potabile e aumentando la sicurezza alimentare).
  • Cooperazione umanitaria. è la forma di cooperazione che risponde rapidamente a situazioni di crisi, come terremoti, uragani, conflitti armati o epidemie. Si basa sulla fornitura di aiuti immediati come cibo, acqua, riparo e cure mediche. (Numerosi esempi sono i vari interventi di emergenza attuati dalla Croce Rossa Internazionale e da numerose ONG durante le crisi causate dai conflitti che hanno richiesto la fornitura di assistenza sanitaria e di un riparo a milioni di sfollati).
  • Cooperazione tecnica. E’ la forma di cooperazione che mira a trasferire competenze e tecnologie dai paesi più avanzati a quelli in via di sviluppo, contribuendo a rafforzare le capacità locali (include la formazione professionale e l’assistenza tecnica, ad esempio in settori come la gestione delle risorse naturali, la salute pubblica o l’istruzione. (Il South-South Cooperation Framework promosso dall’ONU incoraggia lo scambio di conoscenze tra paesi del Sud del mondo).
  • Cooperazione economica. E’ la forma di cooperazione che include accordi commerciali e finanziari tra paesi, con l’obiettivo di stimolare lo sviluppo economico: si manifesta spesso sotto forma di investimenti diretti, di accordi di libero scambio o di partenariati economici tra Stati. Storicamente queste forme hanno facilitato lo sviluppo economico delle nazioni coinvolte, migliorando il commercio internazionale e creando nuove opportunità di lavoro. La cooperazione finanziaria tra gli Stati è operata attraverso organizzazioni internazionali economiche come il Fondo monetario internazionale, la Banca Mondiale o l’Organizzazione mondiale del Commercio (WTO): esse sono anche oggetto di critiche da chi sostiene siano troppo condizionate dagli interessi degli Stati economicamente più forti.
  • Altre forme di cooperazione. Gli ambiti nei quali si opera e si esplica un’azione di cooperazione sono sempre più vari e diffusi, rispecchiando in questo la tendenza ad una sempre maggiore importanza dell’ambito globale e sovranazionale. Basti citare l’impatto avuto da alcuni rilevanti interventi di cooperazione per l’educazione. Ad esempio, il Civil Society Education Fund (CSEF) ha supportato la società civile in oltre 60 paesi per responsabilizzare i governi in materia di educazione e promuovere politiche e allocazioni di risorse migliori. Nello stesso ambito, il Global Partnership for Education (GPE) è un partenariato globale e un fondo multilaterale dedicato a migliorare l’educazione nei paesi a basso reddito: dal 2002 ha supportato oltre 76 paesi, consentendo a più di 160 milioni di bambini di accedere all’istruzione primaria e secondaria.

Gli obiettivi della cooperazione internazionale

La cooperazione internazionale si concretizza in azioni che mirano a promuovere la crescita economica e sociale in modo sostenibile, promuovendo l’equità, la giustizia sociale e la protezione dell’ambiente. I programmi di cooperazione possono avere l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze tra i paesi, cercando di garantire che le risorse e le opportunità siano distribuite in modo più equo. Di conseguenza, le attività di cooperazione internazionale mirano anche a proteggere e promuovere i diritti umani, sostenendo le popolazioni vulnerabili e lavorando per l’eliminazione delle discriminazioni, delle ingiustizie sociali e delle violazioni dei diritti fondamentali. Un esempio storico di successo è il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), che ha sostenuto progetti di sviluppo in tutto il mondo: esso ha giocato un ruolo cruciale nel migliorare l’accesso all’istruzione e all’assistenza sanitaria in paesi dell’Africa subsahariana, contribuendo anche a promuovere l’uso delle energie rinnovabili in America Latina e Asia. Altri esempi di cooperazione internazionale nella storia includono il Piano Marshall, che ha aiutato la ricostruzione dell’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale, e il Global Fund, che ha sostenuto la lotta contro l’HIV/AIDS, la malaria e la tubercolosi in tutto il mondo.

I principali attori della Cooperazione Internazionale

La cooperazione internazionale coinvolge una vasta gamma di attori che operano su più livelli, dalla dimensione globale a quella locale. Questi attori possono essere suddivisi in diverse categorie, ognuna delle quali gioca un ruolo cruciale nel garantire il successo dei progetti di cooperazione.
  • Organizzazioni governative. Sono gestite da soggetti di diritto internazionale, dunque da Stati o da unioni di tre o più Stati (si parla in tal caso di organizzazioni intergovernative). Dal punto di vista strutturale, esse sono generalmente dotate di tre organi fondamentali: un’assemblea (in cui tutti i membri aderenti sono ugualmente rappresentati), un comitato ristretto (con funzioni esecutive) e un organo tecnico-amministrativo (coordinato da un Segretario o Direttore cui spetta il compito di gestire il personale e gli uffici dell’intera organizzazione). Le organizzazioni governative e intergovernative sono soggetti di diritto internazionale, hanno una propria personalità giuridica distinta da quella degli Stati che le compongono: la loro capacità di agire riguarda tuttavia esclusivamente le competenze loro attribuite dagli Stati. Fra le organizzazioni intergovernative a vocazione universale, in ambito mondiale e regionale, ricordiamo l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), il Consiglio d’Europa, l’OSCE, l’Unione Africana, l’ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico). La loro influenza è di vasta portata, in quanto definiscono le priorità di sviluppo internazionale, coordinano politiche globali, forniscono finanziamenti per iniziative di sviluppo, promuovono il dialogo tra i paesi membri. Le agenzie ONU come l’UNICEF, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) o l’UNESCO si concentrano su settori specifici come l’infanzia, la salute o l’educazione.
  • Organizzazioni Non Governative. Le ONG sono associazioni private senza fini di lucro: il loro carattere internazionale è legato all’operatività in almeno tre Stati diversi. Esse svolgono attività di sensibilizzazione, informazione e solidarietà su temi e problemi di rilevanza internazionale. Svolgono inoltre, in ambito politico internazionale, un ruolo di rappresentanza di particolari istanze della società civile e di mobilitazione dell’opinione pubblica mondiale sulle stesse. Esse lavorano in modo indipendente dai governi, ma collaborano con enti statali e privati per portare assistenza alle popolazioni più vulnerabili e agiscono con programmi strutturati per raggiungere obiettivi prestabiliti. Alcune di esse sono caratterizzate da alta flessibilità e capacità di operare in situazioni di emergenza, e per questo svolgono un ruolo fondamentale nella cooperazione umanitaria. Esempi di ONG sono Refugee Council, Médecins Sans Frontières, Amnesty International, World Wildlife Fund (WWF), Greenpeace International, Emergency.
  • Imprese e fondazioni private. Le aziende, come le fondazioni filantropiche o gli istituti di formazione e ricerca, contribuiscono a progetti di cooperazione attraverso finanziamenti, tecnologie e know-how. Sono sempre più comuni le partnership pubblico-privato, che permettono di sfruttare le risorse del settore privato per raggiungere gli obiettivi di sviluppo globale.

Cooperazione, sviluppo e aiuto: definizioni e differenze

Per sintetizzare ciò che più ci interessa qui, quindi, la cooperazione internazionale indica qualsiasi attività di collaborazione tra paesi e/o organizzazioni private. La cooperazione allo sviluppo, invece, individua espressamente le attività e le iniziative volte a perseguire il miglioramento delle condizioni socio-economiche in aree ancora a basso tasso di sviluppo. Obiettivi possono essere raggiunti anche tramite l’utilizzo di risorse private (crediti di aiuto, supporto istituzionale, concessioni di condizioni commerciali di vantaggio, etc.). Infine, l’aiuto pubblico allo sviluppo è una parte della cooperazione allo sviluppo, perseguita però attraverso il solo impiego di risorse pubbliche, nell’ambito di accordi internazionali.

La cooperazione internazionale allo sviluppo in Italia

La cooperazione internazionale allo sviluppo sostenibile è parte integrante e qualificante della politica estera dell’Italia. Essa si ispira ai princìpi della Carta delle Nazioni Unite ed alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. La sua azione, conformemente al principio di cui all’articolo 11 della Costituzione, contribuisce alla promozione della pace e della giustizia e mira a promuovere relazioni solidali e paritarie tra i popoli fondate sui princìpi di interdipendenza e partenariato. La cooperazione allo sviluppo italiana (disciplinata dalla legge n. 125 dell’11 agosto 2014) nei decenni è andata strutturandosi e rafforzandosi sul fronte degli strumenti, delle sue ambizioni e dei partenariati interni ed esterni. La cooperazione allo sviluppo ha inoltre contribuito a rafforzare le relazioni con numerosi Paesi partner nel Mediterraneo, in Africa, nel Medio Oriente, in Asia e in America Latina. Il Documento triennale di programmazione ed indirizzo rappresenta il testo di riferimento fondamentale di tutto il sistema italiano di cooperazione allo sviluppo, tramite cui gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile contenuti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite vengono declinati all’interno della strategia triennale di cooperazione allo sviluppo. L’azione della Cooperazione italiana parte dal presupposto che la crescita economica non sia sufficiente per ridurre la povertà e che essa debba essere inclusiva e in grado di coinvolgere le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: economica, sociale e ambientale. I settori di intervento identificati come prioritari sono lo sviluppo economico (con particolare focus sull’occupazione di donne e giovani), lo sviluppo sostenibile, la sicurezza alimentare, il sostegno ai sistemi sanitari pubblici, la protezione dei minori, le attività di institution building e, trasversale a tutti gli altri, l’uguaglianza di genere per favorire l’emancipazione femminile e rafforzare processi di crescita ad ampio spettro. La Cooperazione italiana ha come punto di riferimento le 5 “P” (Persone, Pianeta, Prosperità, Pace, Partenariato) dell’Agenda 2030, il paradigma cui la Comunità internazionale ha aderito con l’obiettivo di consegnare alle generazioni future un pianeta all’insegna della sostenibilità.

Sfide della Cooperazione Internazionale

La cooperazione internazionale deve affrontare sfide significative che riguardano l’efficacia dei progetti e l’impatto nel tempo. Cruciale è la sostenibilità a lungo termine: i progetti di cooperazione, che nel breve periodo possono anche fornire risposte temporanee – specialmente nei casi di interventi di emergenza, in condizioni logistiche difficili – ma devono certamente dotarsi di un adeguato piano per garantire che i risultati ottenuti possano essere mantenuti nel tempo. Assicurare che le comunità locali siano capaci di continuare il lavoro iniziato dai progetti internazionali è cruciale per il successo a lungo termine. Da questo punto di vista la sfida di lavorare in contesti culturali e politici molto diversi tra loro, con differenze linguistiche, religiose e sociali, rappresenta un banco di prova importante per gli attori impegnati nelle azioni di cooperazione allo sviluppo.

La CBR e l’approccio di Comunità Solidali nel Mondo

La Riabilitazione su Base Comunitaria (acronimo CBR, Community Based Rehabilitation) è una strategia attuabile nell’ambito dei processi di sviluppo di una comunità, definita a livello internazionale fin dagli scorsi decenni. Si prefigge di organizzare la riabilitazione (e dunque i servizi sanitari, ma anche educativi, professionali, sociali) in modo da valorizzare il ruolo delle persone con disabilità, dei loro familiari e caregiver e di tutta la comunità, che diventano protagonisti dell’attività con l’obiettivo di garantire l’uguaglianza delle opportunità e l’integrazione sociale di tutte le persone con disabilità. E’ la promozione di un modello sociale della disabilità, che non si esaurisce nel rapporto fra soggetto e sanitario (medico, terapista, ecc.) ma contempla il coinvolgimento di tutta la comunità: del resto, la condizione delle persone con disabilità è legata ovunque al rispetto dei diritti umani, e quindi chiama in causa l’azione della comunità, per garantire una piena inclusione sotto molteplici aspetti: sanitario, educativo, sociale, oltre che di sostentamento e di empowerment. La CBR è vissuta come fondamentale cornice di tutte le attività sviluppate da Comunità Solidali nel Mondo. Un approccio che si avvale della collaborazione di familiari, amici, operatori e dell’intera comunità per emancipare la persona con disabilità e accrescerne l’autonomia personale e che è particolarmente efficace in Tanzania, dove l’accesso alle cure non è sempre garantito e rischia di condurre alla progressiva e inesorabile emarginazione della persona con disabilità.

I Progetti di Cooperazione Internazionale di Comunità Solidali nel Mondo

Comunità Solidali nel Mondo realizza progetti e programmi di cooperazione internazionale basati sull’empowerment comunitario: un metodo di lavoro fondato sulla collaborazione con le comunità, le istituzioni, le chiese e le persone, focalizzato sull’auto sviluppo dei contesti sociali, ponendo particolare attenzione al contesto istituzionale e normativo del Paese. I nostri interventi di cooperazione allo sviluppo hanno una specifica focalizzazione sulla replicabilità degli interventi locali a livello nazionale, per garantire sostenibilità istituzionale e il più possibile istruzione, formazione e sostegno delle professionalità locali. Privilegiamo le attività in risposta ai bisogni delle fasce deboli delle popolazioni del Sud del mondo e in particolare delle donne e dei bambini con disabilità, utilizzando la metodologia della CBR – Community Based Rehabilitation / Riabilitazione su Base Comunitaria – come approccio multisettoriale che mira a raggiungere e mantenere la massima indipendenza, piena capacità fisica, mentale, sociale e professionale e piena inclusione e partecipazione a tutti gli aspetti della vita; un modello che pone l’accento su uno sviluppo inclusivo basato sulla comunità di appartenenza e la liberazione degli individui da ogni forma di violenza. Intendiamo cooperare per la difesa e la promozione dei Diritti umani fondamentali elaborati dalle Nazioni Unite, e per il raggiungimento dei 17 Obiettivi di sviluppo così come elaborati nell’Agenda 2030. I nostri interventi di cooperazione allo sviluppo hanno una specifica focalizzazione sulla replicabilità a livello nazionale degli interventi sperimentati localmente, per garantire sostenibilità nel tempo ai progetti e ai programmi promossi. Operiamo inoltre per promuovere lo sviluppo rurale, il sostegno all’agricoltura di tipo familiare e non intensiva, migliorata con l’apporto di metodologie sostenibili quali l’agroecologia e l’agricoltura sociale. Tra i programmi più significativi figurano:

INUKA – Alza la testa!

E’ un programma di cooperazione internazionale a favore di bambini e adolescenti disabili che si ispira alla Riabilitazione su Base Comunitaria (RBC) in partenariato con la Diocesi di Njombe e il governo tanzaniano. Dal 2011, anno in cui è stato inaugurato il centro di riabilitazione nel villaggio di Wanging’ombe, abbiamo contribuito ad assicurare le cure riabilitative di oltre 3000 bambini e adulti con disabilità – attraverso percorsi riabilitativi effettuati nel Centro e Visite Domiciliari per recarsi a casa di bimbi impossibilitati a raggiungere il Centro. Inoltre, abbiamo sostenuto le loro famiglie attraverso programmi di microcredito e sostegno psicologico. Il programma ha creato un impatto positivo a lungo termine. Scopri di più.

KILA SIKU – Ogni giorno

E’ un programma di cooperazione internazionale che si occupa di bambini e adolescenti con disabilità nella regione di Dar Es Salaam, zona orientale della Tanzania (Africa), attraverso una riabilitazione medico-sanitaria. Per contrastare la loro esclusione sociale, nel 2017, abbiamo voluto avviare un centro di riabilitazione provvisto di palestra, studi medici, uffici e aule per la formazione, per dare risposte concrete e qualificate ogni giorno. L’attività di riabilitazione dei bambini attuata nel Centro principale si affianca a quella realizzata in numerosi centri satellite sul territorio circostante e a quella svolta in ambito domiciliare. Le attività riguardano anche la formazione per genitori e caregivers su tematiche quali il contrasto alla malnutrizione, la promozione di un’educazione inclusiva, i laboratori professionali per favorire l’empowerment femminile. Scopri di più.

SIMAMA – In Piedi

E’ un programma che supporta bambini africani con disabilità e le loro famiglie attraverso la riabilitazione motoria e cognitiva, ispirandosi alla Riabilitazione su base comunitaria (CBR), nella regione di Mbeya, a sud-ovest della Tanzania. L’obiettivo è supportare bambini con disabilità e le loro famiglie attraverso la riabilitazione motoria e cognitiva, inclusione scolastica, supporto psicologico e formazione sulla disabilità. Le attività domiciliari, quelle di formazione, le azioni di sensibilizzazione pubblica, la promozione dell’inclusione scolastica e dell’empowerment femminile, la fornitura di ausili, la collaborazione con le università locali e con la comunità tutta, segnalano la portata diffusa del programma e la sua capacità di incidere concretamente nella vita della popolazione, con un alto livello di replicabilità. Scopri di più.

DAIMA MBELE! – Sempre Avanti

E’ un programma di cooperazione internazionale e si propone di creare un protocollo per la gestione dell’epilessia in Tanzania che possa costituire un punto di riferimento per l’elaborazione del Piano Strategico Nazionale della Salute. Gli interventi si sono concentrati su un’area clinica (con l’avvio di ambulatori per il trattamento dell’epilessia), su un ambito formativo (con la condivisione a cascata delle conoscenze su diagnosi, trattamento e follow up da parte di operatori sanitari provenienti da 20 diverse regioni della Tanzania), su un’azione di sensibilizzazione alla popolazione per contrastare credenze e convinzioni sulla cause della malattia che portano stigma e discriminazione. Scopri di più. Questi progetti dimostrano l’importanza della cooperazione internazionale nel promuovere uno sviluppo equo e sostenibile in contesti difficili, e nel garantire piena dignità ad ogni persona con disabilità e a tutte le loro famiglie.

 Per partecipare attivamente

In un mondo caratterizzato da sfide globali come la crisi climatica, le migrazioni e le disuguaglianze sociali, la cooperazione tra stati, organizzazioni e individui è essenziale per garantire un futuro più giusto e sostenibile. Partecipare attivamente a questi sforzi, attraverso il volontariato, il lavoro o il semplice supporto a progetti esistenti, è un modo per fare la differenza. Se vuoi saperne di più o contribuire ai progetti di Comunità Solidali nel Mondo, iscriviti alla nostra newsletter per rimanere aggiornato su nuove opportunità e iniziative.
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