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Visione e azione: ecco il nostro 2024

Visione e azione: ecco il nostro 2024

20 Febbraio 2024

La riabilitazione e lo sviluppo inclusivo, la formazione alla diagnosi e cura di epilessia e malnutrizione, il rafforzamento dei servizi sanitari tramite la costruzione di un ostello e la predisposizione di una palestra come punto di riferimento cittadino, la rinnovata spinta alla formazione specialistica per fornire gli strumenti per giungere alla piena autonomia delle strutture e dei centri. Il 2024 di Comunità Solidali nel Mondo rafforza l’impegno già intrapreso in Tanzania con i Programmi che anche quest’anno vengono arricchiti da nuove progettualità: un cammino reso possibile sia grazie al sostegno diretto degli enti finanziatori sia grazie a quello dei nostri donatori privati, che restano fondamentali in un’ottica di sostenibilità pluriennale. Il nuovo anno è così all’insegna della novità nella continuità, con un complesso di attività che si intersecano le une con le altre, disegnando un quadro ambizioso ma al tempo stesso fattibile.

Teatro delle attività sono le zone della Tanzania in cui già da tempo si concentrano le attività di ComSol: una strategia di intervento pluriennale su base comunitaria e di cooperazione finalizzata alla riabilitazione di bambini e giovani con disabilità motorie e cognitive, avviata dapprima nella regione di Njombe con sede a Wanging’ombe (Centro CBR INUKA), poi intrapresa anche nella Regione di Mbeya con sede nell’omonima città (più centri CBR SIMAMA) e infine attivata nella metropoli di Dar es Salaam (Centro Kila Siku – Antonia Verna). Interventi basati sulla “Riabilitazione  su Base Comunitaria – CBR” targato OMS e sullo “Sviluppo Inclusivo su Base Comunitaria – CBID”, un approccio multisettoriale che lavora per migliorare la parità di opportunità e l’inclusione sociale delle persone con disabilità, combattendo il ciclo perpetuo di povertà e disabilità.

Perché ancora la Tanzania? Nonostante i rilevanti passi compiuti negli ultimi tempi, la popolazione con disabilità rimane tra la più svantaggiata e marginalizzata del Paese, con tassi di disoccupazione altissimi e con forti limitazioni alle possibilità di accedere ai servizi primari, come la salute e l’istruzione. Per quanto il governo e gli operatori sanitari abbiano intrapreso molte iniziative per migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria per le persone con disabilità nelle città e nelle aree rurali, queste rimangono ancora fortemente limitate nelle possibilità di accesso e fruizione dei servizi che dovrebbero essere loro garantiti. Né contribuiscono certamente a migliorare la situazione la mancanza di strutture sanitarie specializzate e l’assenza di operatori formati per i bisogni specifici delle persone con disabilità.

Le attività dei progetti, così, mirano a contribuire, in maniera strutturata, ad un effettivo miglioramento dei sistemi sanitari, garantendo la possibilità di accedere a cure specialistiche e mirate a gran parte della popolazione con disabilità locale, con particolare attenzione ai minori. In questo modo, i progetti contribuiranno anche al raggiungimento dell’Obiettivo Sostenibile 3 dell’Agenda 2030: “Garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età”.

Riabilitazione e sviluppo per minori con disabilità

L’obiettivo del progetto “Supporto ai minori con disabilità e parte del programma di Riabilitazione su base comunitaria (CCBR) a Mbeya e Dar es Salaam in Tanzania” – attuato con il finanziamento dell’Unione Buddhista Italiana – è quello di creare una rete di supporto inclusivo per i minori con disabilità e le loro famiglie nelle città di Mbeya e Dar es Salaam, tramite una serie di attività volte ad incrementare la qualità e la quantità dei servizi offerti presso i Centri di Riabilitazione di Inuka Programme di Mbeya e di Dar es Salaam e a facilitare l’accesso ai servizi riabilitativi e sanitari per le persone più marginalizzate del Distretto di Kinondoni a Dar es Salaam e della città di Mbeya.

Si prevede nello specifico di avviare una serie di corsi di formazione rivolti agli operatori sanitari dei Centri CBR, al fine di trasferire competenze specialistiche di diagnosi e trattamento della disabilità alle Community Based Rehabilitation Workers (CRWs). Parte delle attività formative sarà inoltre rivolta direttamente a genitori e caregivers dei minori con disabilità, anche per stimolare nelle madri di bambini con disabilità atteggiamenti proattivi. Allo stesso tempo, il progetto intende garantire il supporto e la promozione dello Sviluppo Inclusivo su Base Comunitaria – CBID, concentrandosi sul miglioramento della qualità della vita per le persone con disabilità e le loro famiglie, venendo incontro ai bisogni primari e garantendo l’inclusione e la partecipazione.

Avviato a gennaio 2024 per una durata di 12 mesi, il progetto prevede di avere un impatto sulla vita di 350 minori con disabilità assistiti presso i Centri CBR e su 150 caregivers (di cui circa l’80% donne), oltre al coinvolgimento diretto di 20 operatrici dei Centri CBR e indiretto di circa 10.000 persone delle comunità locali che beneficeranno delle attività di sensibilizzazione e promozione sociale.

Salute e benessere: a Kinondoni c’è una palestra per tutti

Si concentra sul distretto di Kinondoni a Dar es Salaam il progetto “Una palestra per tutti – Processi di educazione alla salute e all’inclusione”, attuato grazie al finanziamento dell’8 per mille della Chiesa Valdese.

L’obiettivo in questo caso è quello di promuovere l’accesso ai servizi sanitari e l’educazione alla salute, incrementare l’utenza e garantire la sostenibilità del Centro attrezzando la palestra affinché possa diventare un Centro di aggregazione in tema di salute e benessere per la popolazione locale.

Tramite l’acquisto di attrezzature specifiche per la riabilitazione e l’attività fisica adattata, la palestra del Centro “Antonia Verna” sarà resa fruibile anche a quanti richiedono attenzioni ed attrezzature particolari per attività di riabilitazione o per il recupero motorio, con relativa individuazione dei soggetti idonei a fruire le cure. La palestra darà inoltre alla popolazione locale la possibilità di usufruire di un luogo di aggregazione che oltre a servizi di riabilitazione e attività fisica adattata possa ospitare eventi ed attività di promozione della salute, del benessere psico-fisico e dell’inclusione sociale delle persone con disabilità.

Avviato a gennaio 2024 per complessivi 12 mesi, il progetto prevede di coinvolgere 50 persone fra utenti della palestra e partecipanti ai corsi di formazione tra i 18 e i 60 anni, oltre all’inserimento in percorsi di inclusione di 200 bambine e ragazze con disabilità. L’intera popolazione del Distretto beneficerà delle attività di sensibilizzazione e promozione, così come i familiari dei pazienti, i caregivers, gli utenti e il personale del Centro troveranno un sistema di accoglienza migliorato e reso ancor più ricco dai servizi di promozione e sensibilizzazione.

Una casa che accoglie: un ostello per Iyunga

È concentrato nella regione di Mbeya, invece, il progetto “Casa che accoglie – Accesso a sistemi sanitari di qualità in Tanzania”: attuato con il finanziamento della Provincia Autonoma di Bolzano, in partenariato con Gondwana – Bewusstsein und Solidarität, punta a favorire l’accesso ai servizi sanitari e riabilitativi e prevede in particolare la costruzione di un ostello presso il Centro di Iyunga, nella zona sud di Mbeya. La struttura servirà per rispondere alla necessità di fornire un alloggio per familiari e caregivers di minori con disabilità residenti nelle periferie o nell’area rurale della città, ospitandoli in strutture adeguate a fornire lo spazio e i servizi necessari all’accompagnamento del minore. L’ostello, al tempo stesso, garantirà anche la possibilità di ospitare personale sanitario esperto proveniente dall’estero (compresi volontari italiani professionisti fra medici, fisioterapisti e altri operatori sanitari) o giunti da altre regioni della Tanzania, per fornire il supporto necessario al normale funzionamento del Centro Simama e alle attività di formazione specifica.

Oggi il Programma Simama CBR è il riferimento per oltre 5.500 persone con disabilità del territorio di Mbeya: attualmente si contano tre diversi centri socio-riabilitativi (a Iyunga, Simike ed Uyole) nei quali 450 bambini con disabilità ricevono terapie motorie, cognitive e logopediche, anche attraverso l’utilizzo di ausili riabilitativi e con un approccio basato sulla metodologia della Riabilitazione su Base Comunitaria. L’ostello nascerà a Iyunga, il quartiere di Mbeya ubicato nella periferia Sud della città, che conta più di 20.000 abitanti.

Oltre all’ostello (per la cui costruzione si stima un periodo di 8 mesi), il progetto prevede inoltre la realizzazione di una serie di corsi di formazione e aggiornamento per gli operatori sanitari e i Community Rehabilitation Workers (CRWs) operanti presso lo stesso Centro SIMAMA di Iyunga, favorendo l’aumento della qualità dei servizi offerti e garantendo il continuo aggiornamento e formazione del personale. Verranno inoltre promosse delle giornate formative in favore dei familiari e caregivers dei minori accolti presso i Centri, col fine di incrementare le loro competenze in materia di gestione della disabilità e riabilitazione. 

Nel corso del progetto, che durerà durante tutto l’arco del 2024, si prevede il coinvolgimento di almeno 150 minori con disabilità, 100 familiari/caregivers, 21 fra operatori sanitari e CRWs, oltre ad almeno 20 volontari professionisti in tema di salute e riabilitazione. In tutti i casi, si tratterà soprattutto di donne e bambine. Con la costruzione dell’ostello di Iyunga miriamo a replicare il successo del progetto “Casa Aperta”, finanziato dalla Provincia Autonoma di Bolzano per l’anno 2019-2020, che ha permesso la costruzione di un ostello presso il Centro di riabilitazione Kila Siku di Dar es Salaam.

Diagnosi e cura dell’epilessia, atto secondo

Proseguono a pieno ritmo anche altri due progetti già avviati lo scorso anno. Il primo è “Beati i misericordiosi – Heri walio na huruma”, attuato con finanziamento della Conferenza Episcopale Italiana attraverso i fondi dell’otto per mille alla Chiesa Cattolica, grazie al quale sono stati avviati due ambulatori per la diagnosi e cura dell’epilessia al centro Simama di Mbeya e all’ospedale St. Francis di Ifakara, che già nei primi mesi di vita si sono dimostrati un servizio fondamentale per la comunità locale. Attività accompagnate da un lato con un’attività formativa rivolta a dirigenti medici per l’acquisizione di protocolli e metodologie utili alla diagnosi e alla cura, e dall’altro da una campagna di sensibilizzazione per un’informazione corretta sulla malattia e lotta contro lo stigma. L’obiettivo finale, infatti, è di consentire al personale dei due centri di acquisire piena autonomia nella diagnosi e nella gestione dei pazienti accolti. Il progetto è in corso anche a Dar es Salaam, con attività incentrate sul contrasto alla malnutrizione.

Salute, inclusione, alimentazione, occupazione: tutto in “Shine” 

Il secondo progetto è SHINE, attuato con il finanziamento dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), che già nel 2023 ha messo in campo una molteplicità di attività con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale delle persone con disabilità in Tanzania, attraverso il loro inserimento lavorativo, il miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari, il potenziamento dei programmi di alimentazione e la loro piena partecipazione, come cittadini, alla vita delle proprie comunità.

Le attività hanno riguardato il potenziamento degli ambulatori per la cura dell’epilessia a Mbeya e a Ifataka e il rafforzamento dello screening sanitario per la malnutrizione nei centri di Mbeya e Dar es Salaam con supporto nutrizionale intensivo (farine e altri preparati). Si sono compiute azioni di formazione per i caregiver sui temi della malnutrizione e dell’epilessia, con una formazione alla diagnosi e cura dell’epilessia che ha riguardato dapprima 20 dirigenti medici provenienti da 10 diverse regioni della Tanzania, che a loro volta, a cascata, hanno riportato le conoscenze nei territori di origine ad altri 320 fra medici e operatori sanitari. E la campagna di sensibilizzazione contro lo stigma in riferimento a epilessia e disabilità ha punta a coinvolgere almeno due milioni di cittadini tanzaniani.

Sono in corso le attività che prevedono la diffusione alle Istituzioni governative dei protocolli e dei modelli di diagnosi e cura di epilessia e malnutrizione, in modo da ampliare l’impatto concreto all’intero Paese. Così come vi è una serie di attività legate all’inclusione lavorativa di giovani e adulti con disabilità con l’attuazione di interventi pilota volti a migliorare l’accessibilità al sistema di formazione professionale a Dar es Salaam e Mbeya per le persone con disabilità. Il tutto insieme ai partner CEFA (Comitato Europeo per la Formazione e l’Agricoltura), VETA (l’autorità governativa tanzaniana responsabile per la formazione professionale) e al Centro formativo Yombo, specializzato nella formazione professionale di soli ragazzi con disabilità. L’azione mira a formare gli insegnanti per una maggiore inclusione nel sistema educativo, a personalizzare i corsi di formazione professionale e a prevedere un servizio di avviamento alla carriera, specifico per ogni studente con disabilità, offrendo corsi di orientamento al lavoro e un periodo di apprendistato in azienda.

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