Servizio Civile, traguardo vicino: vieni con noi in Tanzania
I tempi sono ormai maturi, è arrivato il momento di decidere e scegliere se e dove candidarsi per un posto nella grande famiglia del Servizio Civile Universale: per 16 fra ragazze e ragazzi di età compresa fra i 18 e i 28 anni si apriranno, insieme a Comunità Solidali nel Mondo e Focsiv, le porte della Tanzania per un’esperienza di un anno in terra d’Africa. Il bando, come noto, scadrà alle ore 14:00 del 22 febbraio 2024. La scaletta di marcia prevede che le selezioni siano svolte nel corso del mese di marzo, mentre l’avvio del Servizio, e quindi l’inizio dei 12 mesi di SCU, è previsto per il 27 giugno 2024.
Chi è interessato ha già potuto trovare tutte le informazioni più importanti sul Servizio Civile Universale nella nostra pagina dedicata, comprese le schede riassuntive dei due progetti disponibili, ciascuno dei quali coinvolgerà otto volontari. Quale che siano le scelte finali, è opportuno ricordare che ci sono alcuni denominatori comuni che caratterizzano sempre l’esperienza con Comunità Solidali nel Mondo.
Alla base di tutto: l’approccio, il rispetto, il confronto
In primo luogo le attività si basano tutte su una strategia di sviluppo della comunità locale, in cui viene perseguita l’uguaglianza delle opportunità e l’integrazione sociale di tutte le persone con disabilità, sia nel campo della riabilitazione, sia nel campo dell’inclusione lavorativa, sociale e comunitaria. Parliamo di CBID, ovvero di “sviluppo comunitario inclusivo”, e di metodologia CBR (riabilitazione su base comunitaria). Per saperne di più sulla CBR vedi qui).
In secondo luogo, l’interazione con i partner locali e con la comunità tutta comporta sempre il rispetto della cultura tanzaniana. I volontari, che faranno esperienza viva e diretta della capacità di accoglienza della popolazione locale, saranno chiamati a vivere in un atteggiamento di ascolto e di osservazione senza giudizio: avranno un vestiario adeguato al contesto, non dovranno fumare e bere in pubblico, ma soprattutto saranno chiamati ad imparare le basi della lingua swahili, il primo e più importante veicolo comunicativo per entrare in relazione con i bambini e con gli adulti. Frequentare il corso di lingua sarà la loro principale attività nei primi giorni del loro servizio. Il rispetto si deve estendere anche alla spiccata sensibilità religiosa del popolo tanzaniano, caratterizzato da una compresenza di religioni, con una forte collaborazione e cooperazione fra i credenti delle diverse fedi.
In terzo luogo, il rapporto con l’Italia, che rimarrà forte e costante con uno scambio continuo e proficuo. La percezione della dimensione associativa di ComSol sarà sollecitata non solo grazie alla presenza delle referenti sul posto (le OLP, operatori locali di progetto), ma anche dai continui contatti e confronti con la sede ComSol di Roma (ivi comprese le due missioni annuali, ciascuna della durata di 15 giorni, in terra di Tanzania).
Viaggio in Tanzania
Ricordando che nella pagina dedicata è possibile trovare anche una serie di testimonianze di ragazze e di ragazzi che hanno svolto il Servizio Civile negli anni passati e che inoltre alcuni di essi hanno voluto scrivere e lasciarci delle lettere rivolte proprio ai futuri volontari che li seguiranno nel percorso straordinario che è il Servizio Civile Universale all’estero, ripercorriamo orai insieme ancora una volta le strade della Tanzania, per evidenziare meglio le diverse opportunità offerte da ComSol nel Bando SCU attualmente aperto.
La porta d’ingresso internazionale della Tanzania è l’aeroporto internazionale di Dar es Salaam, la capitale economica del paese: qui, provenienti dall’Italia, atterreranno tutti i 16 volontari, ma solo 4 di essi svolgeranno il loro servizio proprio nella metropoli affacciata sull’Oceano Indiano. Il quartier generale, per loro, sarà il Centro Riabilitazione “Antonia Verna – Kila Siku”, struttura situata nel popoloso quartiere periferico di Kawe e che è diventata nel tempo un punto di riferimento per la popolazione, in particolare per i bambini con disabilità e le loro famiglie. La lotta contro la loro esclusione sociale parte dalla riabilitazione medico-sanitaria (condotta anche attraverso centri satellite sparsi sul territorio e tramite visite domiciliari indirizzate a bambini e bambine impossibilitati a recarsi nei vari centri), per poi abbracciare anche la promozione di servizi educativi per i piccoli e per i giovani, la formazione alle loro famiglie e all’intera comunità relativamente al processo riabilitativo, l’accompagnamento e il supporto in modo particolare alle madri (anche con iniziative di empowernment femminile), gli screening per il contrasto alla malnutrizione, le attività di cura e gestione dell’epilessia, ecc. Tutte iniziative a cui i volontari civilisti parteciperanno durante l’anno di Servizio Civile sempre affiancando lo staff locale.
I 4 civilisti che saranno invece selezionati per la sede di Mbeya dovranno percorrere, una volta atterrati a Dar es Salaam, altri 820 chilometri prima di raggiungere la sede del loro servizio nella parte occidentale del paese (e non più sul mare ma in un contesto montuoso, l’altitudine è di 1.700 metri): come i loro colleghi di Dar es Salaam, anch’essi saranno coinvolti nel progetto denominato “Caschi Bianchi per l’inclusione delle persone con disabilità in Tanzania – 2024”. Qui le attività – sostanzialmente speculari a quelle di Dar – ruotano intorno alle attività del Programma Simama CBR, che con i suoi Centri di riabilitazione è un punto di riferimento a supporto di bambini con disabilità e loro famiglie attraverso la riabilitazione motoria e cognitiva, l’inclusione scolastica, il supporto psicologico, la formazione sulla disabilità, la cura dell’epilessia. E’ in uno di questi centri, quello di Iyunga, che i civilisti avranno il loro quartier generale: qui vivranno la loro esperienza a contatto quotidiano con le comunità locali, integrandosi pienamente in esse.
Svolgere il proprio servizio a Dar es Salaam o a Mbeya significa vivere una straordinaria varietà di esperienze, affrontare una pluralità di situazioni e portare il proprio contributo in molteplici ambiti. Centrale sarà la conoscenza dei bambini con disabilità che frequentano periodicamente i Centri di riabilitazione, o che vi soggiornano continuativamente per un certo periodo di tempo, con i quali si instaureranno relazioni significative. Costante sarà il rapporto con le famiglie e i caregivers, in particolare le madri, veri e propri pilastri della piramide sociale tanzaniana. Ma un forte impatto, anche emotivo, avranno le attività volte a garantire assistenza anche a quei bambini e a quei giovani che per vari motivi, da quelli logistici a quelli economici, non possono recarsi presso i Centri di riabilitazione, e che saranno raggiunti dallo staff direttamente nelle proprie case (per Simama) o nei centri satellite ubicati nei quartieri più lontani di Dar (per Kila Siku).
I civilisti, partecipando attivamente a queste attività “in trasferta” a supporto del personale socio-sanitario, e a servizio delle famiglie più deboli, potranno imbattersi in tante significative esperienze, entrando realmente a contatto con la quotidianità (anche domestica) della vita tanzaniana. Da non tralasciare poi tutte le relazioni umane legate all’attività di supporto alle varie progettualità che vengono realizzate a Dar e Mbeya: fra di essi, a titolo di esempio, i corsi di sartoria, la formazione per il contrasto alla malnutrizione, la campagna informativa per la gestione dell’epilessia, i rapporti con le associazioni e le istituzioni locali, ecc. Vivere il proprio anno di SCU a Dar o a Mbeya significa andare incontro ad una grande ricchezza umana e professionale, dove realmente si può sperimentare la bontà, la validità e l’utilità del proprio servizio. Avendo anche la possibilità, nel proprio tempo libero, di poter – almeno in parte – “esplorare” la vita cittadina e godere delle bellezze dell’ambiente naturale.
Gli altri 8 civilisti svolgeranno invece il loro servizio nella regione di Njombe, 150 – 200 chilometri ad est di Mbeya. Qui – con il secondo progetto “Caschi Bianchi per il sostegno all’inclusione degli orfani in Tanzania – 2024” – abbandoniamo completamente il contesto cittadino per immergerci in più piccole cittadine o in veri e propri villaggi. Due volontari sono destinati a Ilunda (che dista 40 Km dalla città che dà il nome all’intera regione, Njombe), dove si trova il Centro Orfani Tumaini, nel quale vivono circa 50 bambini orfani, la metà sotto i 5 anni, l’altra metà in età da scuola elementare. I bimbi abitano, a gruppi di otto, in sette casette autonome, insieme alle tate che se ne prendono cura. All’interno del complesso – in cui si trova anche la Casa dei volontari che ospiterà i civilisti – è presente un asilo al quale affluiscono non solo i bambini del Centro ma anche quelli del vicino villaggio di Ikelu, che dista appena 500 metri.
Proprio a Ikelu sono destinati altri 4 civilisti, a supporto delle attività dell’ospedale St Joseph, in particolare nei reparti dedicati ai bambini ustionati (il diffuso utilizzo casalingo di cucinini per riscaldare l’ambiente domestico provoca molti incidenti e rende necessario ogni anno il ricovero di circa 50 bambini) e nel reparto di neonatologia che ospita – unico in tutta la regione – i bambini prematuri e patologici. Preziosa l’opera dei civilisti nell’animazione e nel tutoraggio dei bambini più grandi che rimangono ricoverati a lungo, come pure nel sostegno alle mamme e alle famiglie dei piccoli pazienti ricoverati. I 4 volontari di Ikelu saranno ospitati nella vicina Casa dei volontari di Ilunda, condividendo dunque gli spazi con i 2 civilisti assegnati a Ilunda. Infine, gli ultimi due civilisti sono destinati a Ilembula, località a circa 30 chilometri da Ilunda e Ikelu, dove il Centro orfani “Renato Grandi” ospita 100 bambini che frequentano anch’essi l’asilo o la scuola adatta alla loro età (è presente anche una scuola riservata a bambini con disabilità): con tutti questi bimbi i civilisti sono chiamati a svolgere attività di supporto e animazione.
Per ogni dubbio dovesse sorgere su qualsiasi aspetto del Servizio Civile, o per avere un confronto con noi, contattaci tramite questo form. Ricorda che per candidarti dovrai presentare la tua domanda online nella specifica area della piattaforma DOL destinata alle domande di Servizio Civile, a cui è possibile accedere solo tramite SPID o con le credenziali fornite dal Dipartimento in caso di cittadini UE o extra UE regolarmente soggiornante in Italia”.
La grande avventura del Servizio Civile Universale è ora davvero a portata di mano. Non lasciartela sfuggire! Prenditi l’opportunità di vivere un’esperienza che ti permette davvero di dare qualcosa di te agli altri. Comunità Solidali nel Mondo, il Servizio Civile e la Tanzania ti aspettano!