Da Firenze a Ifakara, una neurochirurga nella clinica per l’epilessia
IFAKARA (TANZANIA) – Una giovane medico, specialista in Neurochirurgia, che da Firenze vola fino a Ifakara, in Tanzania, per trascorrere un mese presso la clinica per il trattamento dell’epilessia del locale ospedale Saint Francis. Settimane di lavoro e di intensa attività; settimane trascorse insieme a persone “umanamente generose” e “professionalmente preparate”; settimane che hanno lasciato sul posto un piccolo ma significativo segno. Nelle parole di Camilla c’è il racconto di un’estate diversa, trascorsa altrove dal solito: un viaggio accarezzato a lungo nel pensiero, maturato insieme a Valentina De Cao (la referente di Comunità Solidali nel Mondo per la Tanzania) e che poi è potuto diventare realtà grazie al fatto che le sue competenze professionali ben si sono integrate all’interno del progetto SHINE, in corso da un anno e mezzo e incentrato – fra gli altri – proprio sulla presa in carico delle persone con epilessia. La clinica di Ifakara ha così potuto accogliere Camilla, che ha donato il proprio tempo e la propria professionalità alla comunità a cui il progetto SHINE si rivolge. Lasciamo spazio alle sue parole.
Un pezzo d’estate a Ifakara: la mia esperienza alternativa da medico specialista
di Camilla Bonaudo – Medico Specialista in Neurochirurgia
Queste poche righe le scrivo di getto, da un margine, all’imbrunire… ed iniziano dalla rievocazione dei momenti immortalati in alcune immagini importanti.
Mi chiamo Camilla, ho 33 anni, sono un medico specialista in Neurochirurgia e sto svolgendo anche il Dottorato in Neuroscienze presso l’Università degli Studi di Firenze, città in cui vivo e lavoro. Da un po’ di tempo meditavo di fare un’esperienza ‘alternativa’ rispetto ai soliti convegni/corsi e fellowship che hanno animato questi anni di formazione professionale.
Non per caso, a dicembre 2023 ho incontrato Valentina, cara amica di sempre, che mi ha raccontato appassionatamente del progetto SHINE (Supporting Health, Social Inclusion, Nutrition, and Employment) e delle attività in corso all’interno dello stesso.
Dopo aver discusso dell’idea di partire come medico, ho chiesto al mio ospedale di trascorrere il mio mese di ferie in Tanzania. E così pronti, partenza, via. Dopo essere atterrata a Dar es Salaam, con Vale siamo partite per Ifakara e siamo arrivate al Saint Francis Referral Hospital, dove dopo una breve introduzione abbiamo subito iniziato a lavorare nella clinica dell’epilessia.
Dr. Hansbert, Olieth e Margreth sono stati compagni quotidiani di avventura con cui si è instaurata un’intesa proficua, anche se talvolta è stato necessario un confronto per ottimizzare il lavoro, sicuramente differente rispetto a quello cui si è abituati in un contesto europeo… Ci siamo organizzati per poter eseguire un raccordo anamnestico più completo dei pazienti afferenti alla clinica, per fare un esame obiettivo generale e neurologico più esaustivo, per fornire indicazioni terapeutiche più aggiornate. Nella stanza di registrazione EEG, abbiamo avuto modo di confrontarci sull’interpretazione dei tracciati e di elaborare referti quanto più esaurienti possibile per orientare l’iter terapeutico di ogni singola persona. Last but not least, grazie ad un donatore, abbiamo aggiunto una bella e comoda poltrona nella stanza dell’EEG per poter garantire un maggior comfort ai pazienti.
Dopo aver conosciuto Dr. Gingo e Dr. Fassil, persone umanamente generose e professionalmente molto preparate, in virtù della mia formazione chirurgica ho dato una mano in sala operatoria, affiancando il team locale in interventi di diversa natura (chirurgia generale, plastica e ricostruttiva, ortopedica, traumatologica…).
Dare una mano cominciando da chi ha più bisogno… e non lasciare indietro nessuno. Questi sono i due principi cardine che hanno animato la mia partecipazione a questa esperienza che è stata molto arricchente ed intensa. Non sono mancati momenti di frustrazione, ad esempio quando abbiamo perso una piccola paziente per una polmonite batterica che avrebbe potuto essere curata senza difficoltà in un nostro centro, e che invece non è stata adeguatamente trattata per tempistiche dilatate di trasporto in ospedale e mezzi limitati… o quando alcuni pazienti non hanno potuto acquistare le terapie che avevamo loro prescritto per scarsità di strumenti economici.
Tuttavia, nessuno ha la pretesa di cambiare il mondo, ma di offrire un piccolo contributo affinché le cose possano migliorare… Abbiamo pensato di coinvolgere nel ‘progetto epilessia’ in maniera sempre più diretta la Lega Italiana per l’Epilessia, di fornire supporto per la raccolta dati inerenti il trattamento dell’epilessia, per ridurre lo stigma e dare dignità anche scientifica al grande lavoro in corso, di fornire materiale chirurgico per ottimizzare le cure in sala operatoria, di continuare a lavorare accanto allo staff locale per crescere insieme. Sono piccoli passi, ma anche il viaggio più lungo inizia dal primo passo. ‘Lentamente costruire’…
Grata di aver fatto questa esperienza e pronta a continuare a camminare.