Strumenti di accessibilità

Skip to main content
Ascanio Celestini: “Il Servizio Civile, strumento di relazione profonda”

Ascanio Celestini: “Il Servizio Civile, strumento di relazione profonda”

29 Maggio 2025

Il lavoro che faccio mi porta ad incontrare tante persone, ma spesso in maniera superficiale. Il servizio civile è un’opportunità per rovesciare questa relazione, cioè incontrare persone con un obiettivo importante e una relazione profonda”. 

Questa frase, pronunciata da Ascanio Celestini, celebre autore e attore teatrale, oltre che artista poliedrico, permette di mettere in evidenza una delle caratteristiche fondamentali del Servizio Civile Universale, il programma che ogni anno coinvolge oltre 60 mila giovani fra i 18 e i 28 anni. Instaurare una relazione, vivere un rapporto diretto con altre persone e altre comunità, è uno dei punti cruciali dell’esperienza del Servizio Civile: la capacità dunque di non restare in superficie, ma di immergersi nelle esperienze altrui, comprendere le diverse realtà, condividere momenti autentici e costruire legami che arricchiscono sia chi presta servizio, sia coloro che ne beneficiano.

Ascanio Celestini sottolineava questo aspetto tempo fa, nel corso di una conversazione che anticipava una serata di confronto poi effettivamente realizzatasi l’estate scorsa nell’ambito della formazione generale dei giovani civilisti che sarebbero da lì a poco partiti per svolgere il loro Servizio Civile Universale all’estero (con destinazione Tanzania, per quanto concerne nello specifico i civilisti di Comunità Solidali nel Mondo).

La riflessione generale era relativa all’impegno civico che i giovani (e non solo quelli di oggi) pongono nelle loro azioni: “Anche io – ci confidava Celestini – ho svolto il servizio civile, quello alternativo al servizio militare: era il 1998 e sono stato un obiettore di coscienza. Avevo 25 anni e avevo già scelto di fare teatro. Lavoravo con difficoltà, ma avevo preso consapevolmente quella strada. La chiamata per il servizio civile (fare il militare l’avevo escluso da tempo) poteva essere una perdita di tempo e un ostacolo per il mio lavoro. Così ho cercato di combinare le due cose: ho fatto il servizio civile presso una cooperativa nel sostegno agli anziani e con loro ho portato avanti il mio interesse per le storie, per la narrazione. Una di quelle voci entrò anche in uno dei miei primi spettacoli”.

Da allora, di strada il Servizio Civile ne ha fatta molta. All’epoca era una scelta alternativa al servizio militare, impegno obbligatorio per i giovani di sesso maschile; oggi invece, con una leva militare obbligatoria da 20 anni formalmente sospesa, il Servizio Civile – diventato nel frattempo Universale – è una scelta libera e volontaria per giovani di entrambi i sessi, di età compresa fra i 18 e i 28 anni. Un’esperienza che si è essa stessa arricchita di opportunità, lasciando un alto livello di soddisfazione complessiva nelle giovani e nei giovani che lo scelgono. Un report recentemente pubblicato dal Dipartimento per le Politiche giovanili e per il Servizio Civile indica che fra coloro che hanno concluso il proprio anno di servizio nel corso del 2024 la valutazione positiva è arrivata all’85%. Vengono apprezzate in particolare l’organizzazione generale, le relazioni interne al gruppo di lavoro e la possibilità di contribuire attivamente ai progetti, ma da tanti viene sottolineato anche il fatto che esso rappresenti un’opportunità di crescita personale (31%), di cittadinanza attiva (46%) e di orientamento al mondo del lavoro (24%). A proposito di quest’ultimo aspetto, l’80%  degli intervistati è a conoscenza della riserva del 15% nei concorsi pubblici prevista dalla Legge 74/2023, e il 12% ne ha già usufruito. In definitiva, ad esplicita domanda, l’85% dei giovani che hanno concluso il Servizio Civile nel 2024 risponde che sì, consiglierebbe l’esperienza ai propri amici.

Pur nella sua costante evoluzione, è importante sottolineare che il Servizio Civile mantiene sempre vive le sue radici, che affondano nella scelta della difesa civile non armata e non violenta. Oggi come ieri, la costruzione della pace fra i popoli è obiettivo primario del Servizio Civile. “Dobbiamo – ci diceva ancora Ascanio Celestini, e sottoscriviamo le sue parole – far crescere la capacità di abbandonare la logica del conflitto. E non solo quello armato. La scelta non violenta è l’unica che evita l’escalation. Bisogna essere determinati, per non diventare violenti”.

Leggi l’intervista completa ad Ascanio Celestini uscita ad aprile 2024 sul semestrale INUKA

Torna su
Go top