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Costruire relazioni: il mio anno nei Corpi Civili di Pace
Un anno di servizio nei Corpi Civili di Pace (CCP) per impegnarsi in specifiche azioni civili, non armate e non violente: con il nuovo bando CCP fino al prossimo 23 dicembre 2024 c’è una nuova opportunità aperta a tutti i giovani di età compresa fra i 18 e i 28 anni. Per orientare i candidati alla scelta del giusto progetto per loro, è stato organizzato da Focsiv e da tutti gli enti impegnati nei progetti (compresa ComSol) un webinar informativo che si terrà lunedì 16 dicembre alle ore 16,00. Per partecipare all’incontro virtuale su Zoom si può usare il seguente link: https://us06web.zoom.us/j/87460042852.
Per farti un’idea di cosa vuol dire fare l’esperienza dei CCP con ComSol, in Tanzania, ti proponiamo qui la testimonianza di Alessandra, che dall’ottobre 2023 all’ottobre 2024 è stata impegnata con Comunità Solidali nel Mondo in un progetto relativo alla coscientizzazione dei diritti nelle persone con disabilità (ne abbiamo parlato qui). Nel testo che segue lascia ad ognuno di noi un bilancio di cosa ha significato per lei questa esperienza in termini di relazioni, di crescita personale e di sviluppo delle proprie capacità. Buona lettura.
Un anno da CCP: la potenza della comunicazione e della celebrazione
di Alessandra Civita (ottobre 2024)
Il mio viaggio a Dar es Salaam come volontaria nei Corpi Civili di Pace si è rivelato un’esperienza trasformativa, capace di arricchire profondamente la mia vita. Ho scoperto nuovi significati di comunità e inter-azione, esplorando le sfide e le bellezze della diversità. I “Dieci punti dell’arte di vivere insieme” di Alexander Langer sono stati una guida preziosa in questo percorso, offrendo strumenti pratici per costruire relazioni significative. Questi principi non sono solo concetti astratti, ma rappresentano passi concreti che possono unire persone provenienti da contesti diversi. La mia avventura in Tanzania ha costituito un’occasione unica per mettere in pratica questi insegnamenti, approfondendo le mie abilità comunicative e aprendomi a nuove prospettive.
Ho imparato la comunicazione aperta e rispettosa, rendendomi conto che questa crea congiunzioni profonde e significative. Prima di partire, sapevo bene che la lingua rappresenta un ponte tra le persone e che comprendere la lingua locale sarebbe stato fondamentale. Così, con entusiasmo, mi sono dedicata all’apprendimento dello swahili. Imparare la lingua locale non è stato solo un esercizio linguistico; è stato un viaggio di immersione nella cultura e nelle tradizioni. Ogni parola e ogni frase apprese mi hanno avvicinato alla gente del posto, permettendomi di interagire in modo più diretto e autentico. Quando riuscivo a conversare in swahili, notavo un cambiamento immediato nelle reazioni delle persone. Gli sguardi diventavano più accoglienti e le porte si aprivano più facilmente. La comunicazione non si limitava ai semplici scambi di informazioni, ma si trasformava in un vero e proprio dialogo, in cui si intrecciavano esperienze ed emozioni.
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Ho imparato che ascoltare è altrettanto importante quanto parlare; le conversazioni si sono trasformate in scambi di idee, dove ogni voce era rispettata e valorizzata. Talvolta però la comunicazione è stata lenta e confusa, ma ho scelto di vedere ogni piccola difficoltà come un’opportunità per imparare. Ogni interazione, ogni momento di incertezza era un passo verso una maggiore comprensione reciproca. Questo ha creato uno spazio per un dialogo vero, rendendo più facile affrontare anche i temi più delicati. Ho imparato quindi la pazienza, scoprendo che le cose belle richiedono tempo per germogliare e fiorire.
In un contesto dove le sfide erano quotidiane e le differenze spesso portavano a incomprensioni, ho imparato che la vera crescita personale e comunitaria richiede tempo e perseveranza. All’inizio, affrontare le complessità delle dinamiche sociali e lavorative poteva essere frustrante. Le differenze nei ritmi di lavoro e nelle aspettative di comunicazione spesso portavano a situazioni in cui le cose non andavano come previsto. È stato in quei momenti che ho realizzato quanto fosse importante esercitare la pazienza. Ho compreso quanto sia talvolta essenziale prendere un respiro profondo, riflettere e fermarmi. Avere pazienza non significa solo aspettare, ma ascoltare attivamente e cercare di comprendere le diverse prospettive.
Ho imparato che ogni piccola vittoria merita di essere riconosciuta e celebrata. In un contesto tanto diverso, dove le sfide sembrano a volte schiaccianti, è facile perdere di vista i progressi conseguiti. Tuttavia, è proprio nelle piccole conquiste quotidiane che risiede la vera forza di un progetto. Ogni volta che una qualche attività si svolgeva con successo – che fosse un momento di incontro con i genitori dei bambini con disabilità, un dodoso (questionario in lingua swahili) in più somministrato o un evento di sensibilizzazione – ci riunivamo per riflettere e festeggiare. Questi momenti di celebrazione non erano solo occasioni per gioire, ma rappresentavano anche un riconoscimento del duro lavoro e della dedizione di tutti. Ogni successo, per quanto piccolo potesse sembrare, era un promemoria del nostro potenziale collettivo. Questo ha rafforzato il mio legame con l’altro, incoraggiandoci a continuare nell’inter-azione, anche quando le sfide sembravano insormontabili. Ho imparato che il riconoscimento delle conquiste, anche quelle più piccole, alimenta un ciclo positivo di crescita e sviluppo. Ho compreso che la celebrazione non riguarda solo i risultati tangibili, ma anche le relazioni costruite lungo il cammino. Ogni parola di incoraggiamento, ogni gesto di solidarietà e ogni risata condivisa erano vittorie in sé.
Questi momenti di connessione umana, che spesso passano inosservati, meritano di essere celebrati perché sono alla base di un cambiamento duraturo. La celebrazione delle piccole vittorie è essenziale per mantenere viva la speranza e l’energia. È un modo per onorare il percorso, apprezzare il presente e motivare per il futuro. Ogni successo, grande o piccolo, è così diventato una pietra miliare in un viaggio condiviso verso un obiettivo comune.
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