L’ostello di Wanging’ombe: una casa che include e avvicina
di Sonia Blandizzi e Marta D’Ascanio
WANGING’OMBE (TANZANIA) – E’ uno spazio di condivisione e di inclusività, in cui lo spaesamento e lo sconforto iniziale possono trasformarsi, nel breve volgere di una settimana, in una viva consapevolezza e in una nuova speranza. E’ un luogo dal quale è possibile osservare da vicino l’avvio di un percorso destinato nel tempo a cambiare in meglio la vita dei bambini con disabilità che abitano questa regione della Tanzania e che arrivano in cura al Centro di riabilitazione “Inuka”. L’ospedale offre la terapia e il supporto sanitario necessario, l’ostello offre quelle mura e quell’accoglienza senza le quali tutto ciò non sarebbe possibile. Oggi vi parliamo di questo. Seguiteci nel nostro racconto.
Cura e riabilitazione: il Centro Inuka per bambini e caregiver
A Wanging’ombe, un piccolo villaggio nella regione di Njombe, nel centro della Tanzania, si trova Inuka Southern Highland Rehabilitation Hospital. Questo ospedale è diventato nel corso del tempo un vero e proprio punto di riferimento per famiglie e bambini con disabilità provenienti da ogni angolo della Tanzania. Qui l’approccio utilizzato è quello della CBR (Community Based Rehabititation), strategia che si avvale della collaborazione di familiari, amici, operatori e dell’intera comunità con l’obiettivo di emancipare la persona con disabilità e accrescerne l’autonomia personale. Ciò è possibile attraverso un trasferimento di conoscenze e competenze riabilitative da parte dei terapisti alla comunità e alle persone che si prendono cura quotidianamente del bambino. A Inuka tutto ciò avviene durante la WIT (Week Intensive Treatment), ovvero una settimana di trattamento intensivo, caratterizzato da un approccio globale al paziente il quale può usufruire di più servizi (fisioterapia, counseling, logopedia, terapia occupazionale, consulenza nutrizionale). Durante questi giorni il caregiver ha modo di apprendere le strategie per continuare anche a casa la terapia necessaria al bambino e la sua corretta gestione nel quotidiano.
Tutto ciò non potrebbe avvenire se il bambino, accompagnato dal caregiver, non avesse la possibilità di soggiornare all’interno del centro per il tempo necessario allo svolgimento di tutte le cure. L’ostello di Inuka risponde proprio a questo bisogno.
Una casa per i pazienti: l’ostello Inuka accoglie adulti e bambini
Dalla sua apertura, avvenuta nel 2011, l’ostello ha accolto innumerevoli famiglie. L’esigenza di ospitare anche adulti per la riabilitazione settimanale ha portato nel 2019 all’apertura di un’ulteriore struttura a loro adibita. Quindi ad oggi l’ostello può offrire ospitalità ad un totale di 32 bambini accompagnati e 14 pazienti adulti. L’ostello può accogliere bambini destinatari della WIT, bambini con piede torto congenito che devono effettuare il trattamento nell’apposita clinica presente a Inuka, bambini in attesa del completamento degli ausili realizzati nella falegnameria del centro e pazienti adulti. Gli utenti possono soggiornare per un periodo variabile in base alle loro necessità. Per lo più la struttura ospita bambini che devono effettuare la WIT, della durata di una o due settimane, con possibilità di prolungamento in caso di necessità.
L’ostello dei bambini dispone di un totale di dodici stanze, due delle quali sono singole con bagno all’interno e dieci comuni in grado di ospitare tre bambini ciascuna. Nell’ostello possono essere accolti sia mamme con bambini che papà, i quali alloggiano nelle stanze singole. È inoltre presente una cucina esterna in comune e una grande sala da pranzo.
La gestione amministrativa ed economica dell’ostello avviene secondo precise modalità. I bambini arrivano anche senza prenotazione a Inuka e, dopo aver effettuato la prima visita, fisioterapisti e terapisti occupazionali orientano la famiglia sulla necessità di un’eventuale permanenza nella struttura per dare inizio alla WIT.
Al termine della settimana di trattamento intensivo viene proposta alla famiglia una data di ritorno al centro per il follow up che generalmente è dopo 3 o 6 mesi, in base all’età e ai bisogni del singolo bambino. In prossimità del loro ritorno la segreteria di Inuka si occupa di contattare le famiglie per avere conferma del loro arrivo.
Una suora gestisce la quotidianità dell’ostello, verificando che le mamme e i loro bambini siano sempre forniti di tutto l’occorrente necessario per la loro permanenza (acqua, luce, coperte, cibo,..). La pulizia degli spazi dell’ostello è affidata a tre operatori, i quali si occupano anche della preparazione della colazione e del pranzo.
Un’accoglienza accessibile a tutti: quanto costa l’ostello Inuka
Per i numerosi servizi offerti è richiesta alle famiglie una quota di soggiorno (accessibile anche alla popolazione con possibilità economiche medio-basse) equivalente a 40.000 tzh (circa 15€) per settimana, comprensivi di colazione per i bambini e pranzo per bambini e caregiver. Nel caso in cui l’utente abbia l’assicurazione medica il pagamento include solo i pasti (20.000 tzh per settimana – circa 7€). Se il bambino è accompagnato da un’ulteriore figura, quest’ultima paga 7.000 tzh (circa 3€) al giorno per il pranzo e l’alloggio. Inoltre Inuka dispone di un fondo di donazioni al quale attinge per supportare le cure e il soggiorno degli utenti che non hanno possibilità economiche. La tassa di soggiorno dell’ostello serve a sostenere le spese dello stesso ed è gestita dal dipartimento finanziario di Inuka.
Ogni settimana venti bambini: chi sono gli ospiti dell’ostello Inuka
Ad oggi gli utenti sono famiglie provenienti da villaggi limitrofi delle regioni di Njombe, Mbeya e non solo. Infatti grazie alla possibilità di soggiornare all’interno del centro anche le famiglie provenienti da regioni molto distanti dall’ospedale sono incentivate a raggiungere Inuka. Inoltre l’ospedale è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, collocandosi a pochi passi da una delle principali vie di collegamento della Tanzania.
Le famiglie vengono a conoscenza della presenza di Inuka e dei suoi servizi spesso attraverso passaparola. Talvolta l’ospedale viene sponsorizzato anche attraverso servizi di comunicazione come la radio o la televisione e, in passato, sono state svolte delle campagne di informazione nelle chiese dei villaggi limitrofi.
Ad oggi in media l’ostello accoglie circa venti bambini a settimana. Il numero degli utenti varia in base a una serie di fattori non sempre controllabili, come ad esempio il lavoro nei campi delle famiglie o il maltempo.
Abitare nell’ostello: ecco una giornata – tipo
La vita nell’ostello si svolge con ritmi ben scanditi ogni giorno. Dalle 8.30 alle 10.00 è prevista una prima sessione di riabilitazione durante la quale le mamme, affiancate dalle operatrici, imparano la corretta esecuzione degli esercizi terapeutici necessari ai propri bambini. Dalle 10.00 alle 11.00 mamme e bambini tornano nell’ostello, dove viene loro servita la colazione che consiste nell’uji, una specie di porridge a base di farina di mais, acqua, latte e zucchero, nella cultura tanzaniana ritenuto particolarmente adatto a neonati e bambini. Alle 11.00 inizia una seconda sessione di riabilitazione fino alle 12.30, ora del pranzo. Successivamente dalle 13.30 alle 14.30 le mamme partecipano a degli incontri formativi tenuti dai terapisti di Inuka, riguardanti la corretta gestione e cura del bambino. Dalle 14.30 alle 15.00 mamme e bambini si ritrovano con le operatrici per un momento di condivisione in cui si canta e si balla tutti insieme a chiusura della giornata riabilitativa. Da questo momento in poi le mamme possono tornare nell’ostello, dove riposano, si occupano del bambino e hanno la possibilità di raggiungere facilmente a piedi il villaggio ed eventualmente acquistare il necessario per la cena. Nel tardo pomeriggio si riuniscono nella cucina dell’ostello per cucinare e trascorrere momenti insieme in un clima sereno e di condivisione.
Una dimora umile ma accogliente: le recensioni dell’ostello Inuka
Per rendere il servizio il più efficiente possibile, al termine della permanenza a Inuka viene chiesto alle mamme un feedback circa il loro soggiorno. Talvolta dai commenti emergono alcune criticità sull’ostello che riguardano principalmente la sporadica assenza di acqua e corrente elettrica. Alcune mamme hanno riferito la necessità di migliorare il servizio offerto sostituendo i materassi presenti nelle camere. Secondo il personale locale la ridotta presenza di figure addette esclusivamente alla gestione quotidiana e pulizia dell’ostello rappresenta un punto di debolezza ulteriore e da potenziare.
Nonostante queste piccole criticità tutti gli ospiti di Inuka sono entusiasti della loro permanenza. Infatti la presenza dell’ostello e la ridotta tassa richiesta per soggiornarvi, rende i servizi offerti da Inuka molto inclusivi, in grado di abbattere distanze e difficoltà economiche. La struttura cerca inoltre di essere priva di barriere architettoniche: la presenza di scivoli per le sedie a rotelle, di ausili nei bagni e nella sala da pranzo rende gli spazi accessibili a molti utenti.
La formazione alla riabilitazione e il senso di comunità
La possibilità di vivere la quotidianità all’interno del centro, grazie alla presenza dell’ostello rappresenta un ulteriore punto di forza. Infatti durante la loro permanenza i caregiver apprendono strategie utili alla gestione quotidiana dei bambini: come rispondere ai loro bisogni, la corretta alimentazione e modalità per renderli autonomi. Ciò che più colpisce è il senso di comunità che si crea tra le mamme all’interno dell’ostello. È consueto vederle portare in spalla nei colorati kitenge (stoffe tradizionali) qualsiasi bambino, come se fosse il proprio. Si aiutano tra di loro, nel fare la spesa, cucinare e in generale gestire la vita quotidiana. Il tutto mentre i bambini più grandi giocano e condividono momenti insieme nel grande spazio antistante l’ostello in un clima sereno, di accettazione e reciprocità. Questa modalità riabilitativa è ben accolta dalle famiglie che frequentano il centro, infatti chiedendo alle mamme cosa ne pensano in molte riferiscono di esserne felici in quanto vedono dei risultati importanti nello sviluppo dei loro bambini.
È impossibile non notare i sorrisi sinceri presenti sui volti delle mamme al termine della settimana di riabilitazione o già dopo pochi giorni di permanenza. La timidezza e lo sconforto iniziale, grazie anche alla possibilità di condividere dubbi, difficoltà, storie, momenti di svago, canti e balli con altre mamme nella loro stessa condizione, sembra svanire e lasciare spazio ad una maggiore consapevolezza e speranza.