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Kila Siku, ogni giorno accanto ai bambini disabili e alle loro famiglie in Tanzania.

Kila Siku, ogni giorno accanto ai bambini disabili e alle loro famiglie in Tanzania.

27 Marzo 2022

Tre anni fa, il 14 febbraio 2019, veniva inaugurato il centro Kila Siku a Dar es Salaam. Non è un caso che l’apertura ufficiale del centro si sia tenuta proprio il giorno in cui, universalmente, si celebra l’amore: tutto è permeato d’amore a Kila Siku.

Lo è l’intero centro, la prima struttura di riabilitazione e la più grande dei quartieri popolosi della zona sud di Dar es Salaam, che allora, su una popolazione di 6 milioni di abitanti, contava più di 340.000 persone disabili.

Lo sono gli spazi riservati ai trattamenti individuali di cognitive e speech therapy, lo studio per le visite mediche e le stanze dedicate alle attività di formazione per i genitori, che così possono conoscere meglio i loro bambini e capire come stargli accanto nel modo migliore. 

Lo è la palestra, intitolata a Giancarlo Fratocchi, medico di grande spessore ma prima ancora amico fraterno di Comunità Solidali nel mondo, che aveva fortemente voluto questo posto e che noi ritroviamo ogni giorno nei progressi dei bambini e nei loro sorrisi. 

Non da ultima, è permeata d’amore anche la segreteria per l’accoglienza, che svolge un ruolo fondamentale: gestire i primi, delicati, momenti nel centro dei nuovi arrivati, che solo nel 2021 sono stati 75.

Kila Siku, però, oltre a essere fatto di posti è fatto anche e soprattutto di persone: sono quei pilastri che reggono il centro insieme Congregazione delle Suore di Ivrea, nostro partner locale e alla cui fondatrice, Antonia Verna, è intitolato il centro, a cui oggi vogliamo dare spazio e voce.

Valentina, volontaria Servizio Civile.

“Tornare a Dar es Salaam è stata un’emozione molto forte. Nel breve tempo qui trascorso due anni fa avevo capito che una parte di me non sarebbe più stata in pace se non fossi tornata: ne ho avuto la conferma rivedendo i volti, i luoghi, ritrovando i colleghi, le suore e i bambini, cresciuti e anche migliorati dal punto di vista delle autonomie. Il centro in questi due anni è migliorato sotto ogni aspetto, frutto del lavoro continuo e instancabile di chi sta “dietro le quinte”: proprio questa filosofia mi ha fatto innamorare del progetto e dell’idea che lo muove. 

Niente protagonismo, niente eccessiva centralità del bianco che va in Tanzania a “salvare” la situazione ma tanta collaborazione, voglia di comprendere le ragioni delle cose e di lavorare insieme. In questa esperienza sento di aver la possibilità di imparare davvero tanto: dall’inizio del mio periodo qui, mi sento più flessibile, più aperta a possibilità differenti, più pronta al dialogo e più paziente. Gli stimoli sono continui e sempre nuovi, dall’imparare la lingua all’immergersi nella cultura locale, questa esperienza è davvero un viaggio dentro di sé prima che alla scoperta dell’esterno”. 

Valerio, fisioterapista e e Technical Advisor del Centro A. Verna Kila Siku.

“Quest’anno mi sto rendendo conto dell’importanza di lavorare sull’empowerment, sull’indipendenza del centro e dei lavoratori. Quest’obiettivo era già presente al centro Inuka di Wanging’ombe durante il mio primo anno in Tanzania, ma non gli riconoscevo lo stesso merito. Probabilmente è accaduto da un lato perché Inuka è già presente sul territorio da più di dieci anni e quindi aveva operatori formati e già indipendenti nell’attuazione del piano riabilitativo mentre il centro Antonia Verna CBR di Dar es Salaam è attivo da qualche anno e quindi ancora in continua crescita. In secondo luogo, mi sono reso conto, analizzando l’esperienza pregressa, di avere una consapevolezza diversa che mi ha fatto capire quali sono stati gli errori del passato. 

Non è facile cambiare ritmo, stare al passo di un lavoratore che sta imparando nella sua modalità di apprendimento: comporta pazienza e tempo. I lavoratori, però, sono i protagonisti del centro, bisogna affiancarli e non sostituirli, perché loro continueranno a essere presenti quando qui la nostra esperienza si concluderà. Bisogna allinearsi a loro, alle loro conoscenze e alle loro capacità, diverse per educazione e cultura, quindi bisogna fare uno sforzo di ascoltarli e percepire la realtà secondo le loro lenti, infine adattarsi per creare un’intesa che promuoverà il cambiamento e porterà al raggiungimento di un obiettivo comune”. 

A Valentina, Valerio, Vincenzo, Martina e tutti coloro che a Kila Siku lavorano, ogni giorno, per mettere la propria professionalità al servizio degli altri, va il nostro ringraziamento più profondo, consapevoli che questa attenzione, il rispetto della cultura locale e l’amore per le persone sono e saranno sempre il vero motore del centro.

Kila Siku, ogni giorno: grazie di cuore.

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