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L’8 marzo di Lois fra forza e dolcezza.

L’8 marzo di Lois fra forza e dolcezza.

7 Marzo 2023

Auguri alle donne (oggi e kila siku)

La Festa della Donna ha mille volti. Festeggiata l’8 marzo ad ogni latitudine assume diversi significati: celebrazione, rivendicazione, affermazione ma anche la serena consapevolezza del proprio valore e del proprio contributo all’agire comune di un popolo, di una società e di un luogo. A darci la sua testimonianza in occasione di questa ricorrenza è Lois. Lei ha 27 anni e lavora nel Centro A. Verna Kila Siku da quasi tre anni. E’ una fisioterapista, vive a Dar Es Salaam ma il suo paese di nascita è a quasi 500 chilometri dal centro urbano in cui vive attualmente. Si è spostata per occuparsi dei suoi fratelli più piccoli che studiano all’università e alla scuola superiore e per realizzare il suo obiettivo: diventare fisioterapista. 

Ecco come Lois ha risposto alle nostre domande.

Che cosa ti ha spinto, oltre la prospettiva di un impiego stabile, a fare proprio questo lavoro? 

Ho scelto questo lavoro perché il mio desiderio è quello di dare il mio contributo per migliorare la qualità di vita delle persone con disabilità che vivono all’interno della mia comunità. In questo modo posso dare un supporto concreto alle loro famiglie, nel mio piccolo mi sembra di dare un contributo importante.

Quali aspettative e quali timori avevi prima di iniziare?

Le aspettative che avevo erano alte: la mia speranza era che le persone che avrei trattato al centro potessero migliorare, acquistando un certo livello di autonomia attraverso gli strumenti e le capacità acquisite con il tempo e l’esercizio e riuscendo così a sentirsi attivi all’interno della comunità. La mia paura principale invece era che fossi una ragazza troppo giovane, fresca di studi all’interno di un ambiente, quello fisioterapico, ancora troppo “maschile”.

Qual è il tuo giorno preferito della settimana? 

Il giorno che preferisco è quello in cui si fanno le valutazioni dei pazienti del centro: è un bel momento di raccoglimento, collaborazione e di confronto. Insieme ci rendiamo conto di quanta strada si è fatta con ogni singola persona e si condividono con genitori e i caregivers gli eventuali progressi e miglioramenti. Non è solo un lavoro clinico ma diventa una valutazione a tutto tondo, si considerano infatti tutti gli aspetti, quello fisioterapico, clinico, psicologico, cognitivo, quello che ne esce è un quadro complessivo della persona accolta in ogni suo aspetto.

Qual è l’aspetto più bello e quale il più difficile nel tuo lavoro?

L’aspetto più bello del mio lavoro è quello di avere a che fare con una moltitudine di persone, soprattutto bambini, ognuno con le proprie necessità e bisogni, e vedere nel piccolo il buono anche nei cambiamenti che sembrano minuscoli. La parte difficile consiste invece nel far capire a genitori e caregivers che è importante continuare la terapia tanto al centro quanto a casa se si vogliono ottenere dei risultati duraturi. È difficile anche fare comprendere come i tempi non vanno per forza accelerati, anzi i progressi richiedono invece molto tempo e costanza, è difficile conquistare la fiducia dei familiari, ma quando si ottiene si arriva a grandi risultati. 

Cosa significa per te essere donna nel tuo paese?

Essere donna è un dono, per quanto ancora sia difficile far riconoscere i propri diritti, libertà e capacità nei diversi contesti, da quello familiare a quello scolastico o lavorativo.  

Quale augurio fai alle donne del tuo paese o alle donne del mondo?

Auguro a tutte le donne tanzaniane e nel mondo di essere e restare sicure di sé, di quello che sono e fanno, di avere il coraggio di rischiare e giocare con la vita senza paura di nulla e nessuno. Oggi le donne possono governare il mondo grazie alla loro forza, determinazione e dolcezza.  

Nelle sue parole ci sono lucidità, consapevolezza, impegno e anche tanta gratitudine. Come quella che dobbiamo a lei e a tutte le donne impegnate a portare avanti, “ogni giorno”, le attività del Centro. Auguri a tutte le donne, oggi e “kila siku”: non solo l’8 marzo, ma ogni giorno.

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