Il nuovo centro di riabilitazione Kila Siku CBR
Sono stati i bambini disabili e i loro amici i primi protagonisti della festa celebrata in un popoloso quartiere di Dar es Salaam per l’apertura del centro di riabilitazione “Kila Siku”.
La loro sarà la prima generazione a veder messo in pratica il diritto all’uguaglianza sancito dalla Costituzione Tanzaniana.
È stata una gran festa anche per i loro genitori, che vedono più concreto l’obiettivo della partecipazione della comunità territoriale alla presa in carico dei loro figli.
Ma è stata una vera festa anche per i 15 operatori che nel quartiere già lavorano per la riabilitazione dei bambini disabili e che adesso hanno a disposizione spazi più accoglienti e meglio attrezzati.
Con loro anche la Comunità delle suore di Ivrea ha fatto festa, che gestirà il centro in questa importante fase di avvio.
E, naturalmente, abbiamo festeggiato anche noi di Comunità Solidali nel Mondo, perché vediamo coronato da successo il progetto All Inclusive iniziato due anni fa assieme al CEFA Onlus di Bologna – che del progetto è capofila – con l’apporto determinante dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e il generoso sostegno di un’Azienda italiana, la Finproject.
Molto ancora c’è da fare ma essere riusciti a raggiungere questo traguardo, grazie ad un grande lavoro di squadra ed il supporto di tanti amici di Comunità Solidali nel Mondo, ci riempie di orgoglio.
Alla festa, fra le numerose autorità intervenute, ha voluto esser presente anche Roberto Mengoni, ambasciatore d’Italia in Tanzania, che ha ben rappresentato il contributo degli italiani al raggiungimento di questo importante obiettivo.
Non ha voluto far mancare alla festa la sua autorevole presenza anche Ummy Mwalimu, Ministra della Sanità del Governo tanzaniano.
Le sue parole segnano una tappa importante nel cammino della collaborazione paritaria e fattiva degli italiani con la comunità tanzaniana:
“Molti bambini con disabilità in Tanzania, sia nelle zone rurali che nei centri urbani, non hanno accesso ai servizi riabilitativi.
Il mio obiettivo, del quale ho discusso con Michelangelo, è affiancare ai 510 centri di salute presenti in tutta la Tanzania specifiche strutture per servizi di riabilitazione ai bambini con disabilità.
Certo, 510 centri sono molti, possiamo iniziare con 50 o 100. Ma sono certa che in 5 anni si possa compiere un programma globale e sostenibile per una copertura sanitaria universale di servizi riabilitativi di qualità che raggiunga ogni cittadino, e in primo luogo ogni bambino con disabilità.
Grazie mille! Siamo partner! Sorella e Fratello”.
“Kila Siku”.
In lingua swahili significa “Ogni giorno”.
Proprio come dice il nome, il centro di riabilitazione svilupperà le sue potenzialità quotidianamente in uno dei più popolosi quartieri della metropoli tanzaniana, Kawe, dove molti bambini con disabilità vengono ancora tenuti nascosti in casa, privi di ogni diritto alla integrazione e quelli che riescono a frequentare la scuola, vengono segregati nelle classi speciali.
Il centro di riabilitazione, attraverso le attività diurne, accoglierà almeno 350 di questi bambini disabili e darà loro un servizio riabilitativo qualificato, diretto alla integrazione. È importante per loro, ma è anche un forte segnale ai genitori e alla comunità locale. È un primo ma decisivo passo verso l’uguaglianza sancita dalla Costituzione Tanzaniana che all’articolo 13 stabilisce:
“Tutte le persone sono uguali davanti alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, alla protezione e all’uguaglianza di fronte alla legge” .
Se un bambino con disabilità resta nascosto in casa non è uguale agli altri.
Se un bambino non va a scuola come tutti i bambini non è uguale agli altri.
Molti bambini con disabilità vivono nascosti in casa: noi li aiutiamo a uscire, a frequentare il nostro centro e sono nati una seconda volta. Ora sono conosciuti nel quartiere, frequentano il centro e le mamme non si vergognano di loro”.
Una bellissima storia africana ben rappresenta il senso della giornata inaugurale del centro Ogni Giorno-Kila Siku di Dar es Salaam.
“Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio. Di fronte all’avanzare delle fiamme, leoni, zebre, elefanti, rinoceronti, gazzelle e tanti altri animali cercarono rifugio nelle acque del grande fiume. Mentre tutti discutevano animatamente, un piccolissimo colibrì si tuffò nelle acque del fiume e, dopo aver preso nel becco una goccia d’acqua, la lasciò cadere sopra la foresta invasa dal fumo. Il fuoco non se ne accorse neppure ma il colibrì continuò a tuffarsi per raccogliere ogni volta una piccola goccia d’acqua che lasciava cadere sulle fiamme. Ad un certo punto il leone lo chiamò e gli chiese: “Cosa stai facendo?”. L’uccellino gli rispose: “Cerco di spegnere l’incendio!”. Il leone si mise a ridere: “Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?” e assieme a tutti gli altri animali incominciò a prenderlo in giro. A quella vista un elefantino, dopo aver aspirato con la proboscide quanta più acqua possibile, la spruzzò sul fuoco. Anche un giovane pellicano, si riempì il grande becco d’acqua e, preso il volo, la lasciò cadere come una cascata sul fuoco. Così tutti i cuccioli d’animale, i cuccioli del leone e dell’antilope, quello della scimmia e del leopardo dimenticando vecchi rancori e divisioni millenarie si prodigarono insieme per spegnere l’incendio. A quella vista gli adulti smisero di deriderli e, pieni di vergogna, incominciarono ad aiutare i loro figli. Quando le ombre della sera calarono sulla savana, l’incendio poteva dirsi ormai domato. Sporchi e stanchi, ma salvi, tutti gli animali si radunarono per festeggiare insieme la vittoria sul fuoco. Il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse: “Oggi tu ci hai insegnato che anche una goccia d’acqua può essere importante e che «insieme si può» spegnere un grande incendio. D’ora in poi tu diventerai il simbolo del nostro impegno a costruire un mondo migliore, dove ci sia posto per tutti, la violenza sia bandita, la parola guerra cancellata, la morte per fame solo un brutto ricordo”.
L’inaugurazione che noi abbiamo festeggiato il 14 febbraio, per loro è una festa vissuta “Kila Siku-Ogni giorno”: è proprio questo ciò che più è apprezzato dalla comunità tanzaniana. I bambini disabili di Dar es Salaam e i loro genitori sono il simbolo di ciò che vogliamo costruire tutti insieme non solo in Tanzania e non solo in Africa, ma in quel grande villaggio globale che sempre di più è il nostro pianeta. Tutti insieme si può a partire dai più piccoli e impegnarsi perché il mondo sia un po’ migliore di come l’abbiamo trovato.