Lighness e Hosea
La storia di Lightness, 10 anni, è triste.
Quando arriviamo all’ostello di Inuka é seduta a terra con il suo busto. La nonna sorride e ci dice, quasi per scusarsi, che non si può alzare.
È arrivata da due settimane al nostro Centro di riabilitazione paralizzata: non può muovere le gambe.
È stata una punizione a scuola. Sì così. Una punizione tragica.
Le punizioni corporali nelle scuole tanzaniane sono consentite ma regolate dalla legge: 2 bacchettate sulle mani oppure due nel sedere. Ma non un colpo sulla schiena da farla restare paralizzata.La scuola adesso sta pagando le cure e la permanenza di Lightness nel nostro ostello.
Ma ha già inviato due suoi emissari per tentare di strappare alla nonna la versione di comodo. Lei sarebbe tornata a scuola dopo il colpo ricevuto: la paralisi sarebbe stata causata da un incidente avvenuto a casa.
La nonna fortunatamente non si lascia convincere.
Siamo rimasti sconvolti letteralmente sconvolti, parliamo con gli operatori del Centro Inuka e ci dicono che la bambina è già fortunata se la scuola si è fatta carico almeno di pagare le cure, sicuramente nessun maestro sarà denunciato e nessuna scuola sarà censurata per questo gesto criminale.
Avevamo la speranza che potesse essere stato un edema a provocare la paralisi: una piccola emorragia interna che andava a comprimere il midollo e paralizzare gli arti. Ma come verificarlo?
Un medico ci dice che si dovrebbe fare una radiografia in un centro specializzato e che potrebbe anche riprendersi, potrebbe camminare: ma la famiglia non ha i soldi.
Facciamo avere a Chiara, la nostra espatriata presente nel Centro, i soldi che un’amica ci ha donato prima della missione in Tanzania. “Usali bene” ci aveva detto commossa.
Ora possiamo raccontare a questa nostra amica che la storia di Lightness ha avuto un lieto fine. Dopo un mese di permanenza a Inuka. la bambina è tornata a casa sulle sue gambe. Dovrà solo tornare 1 volta al mese per i controlli periodici.
Più drammatica la storia la Hosea, classe 2008.
É stata la TV nazionale tanzaniana (link) a denunciare la sua storia qualche giorno fa.
Diagnosi di paraplegia a seguito di una azione “educativa” molto forte da parte di un maestro: faccia al muro e giù bastonate nella schiena. All’ennesimo colpo, il bambino crolla a terra e ci si accorge allora che il bastone stavolta ha lesionato il midollo: da allora il bambino sta in carrozzina e ha perso il controllo delle urine e delle feci.
Hosea era arrivato la prima volta ad Inuka nell’aprile 2017 poi, la famiglia povera di mezzi e male informata, aveva preferito riportarlo a casa.
Hosea era rimasto chiuso in casa senza scuola, senza cure, senza futuro.
Hussein, un nostro fisioterapista attento e fortemente motivato nel suo lavoro, ce lo ha segnalato e ha fatto del tutto per convincere la famiglia a riportare Hosea al Centro Inuka. ll bambino ora è preso in carico dal nostro centro, sarà rieducato almeno nelle funzioni più importanti poi dovrebbe tornare in classe, il prossimo gennaio, nella scuola di Ilembula.
La scuola forse pagherà i trattamenti e gli ausili che sono stati richiesti. Noi regaleremo a Hosea una nuova carrozzina.
Il “suo” maestro, purtroppo, come il maestro di Lightness, sono ancora lì a insegnare, protetti dalle loro scuole.
In fondo sono sicuri che il loro metodo, “vabbè può succedere”, ma è l’unico che garantisce un apprendimento efficace…