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La parola alla scienza: la malnutrizione.

La parola alla scienza: la malnutrizione.

27 Ottobre 2021

Abbiamo a lungo parlato di nutrizione nelle scorse settimane, affrontando l’argomento da vari punti di vista e approfondendo molti aspetti. Oggi pubblichiamo l’intervista alla dott.ssa Ilaria Ernesti, medico chirurgo, specializzata in Scienza dell’Alimentazione. Con la dottoressa Ernesti abbiamo parlato soprattutto di nutrizione nei bambini, di problematiche e di possibili soluzioni.

Dottoressa Ernesti, innanzitutto, facciamo chiarezza: cos’è la malnutrizione e quali sono i segnali di malnutrizione nei bambini?

La prima cosa da fare è un passo indietro: prima ancora di parlare di malnutrizione dobbiamo parlare di disturbo nutrizionale, perché la malnutrizione può essere intesa sia per eccesso che per difetto. Quindi possiamo avere una persona obesa malnutrita, così come una persona molto magra normonutrita. Oggi, però, il nostro focus sarà su un’iponutrizione per difetto. 

La malnutrizione, così inquadrata, è l’insieme o la varietà di alterazioni che possono verificarsi sia nelle analisi cliniche che ematiche e che deriva da un deficit di nutrienti. Il deficit può essere sia quantitativo che qualitativo ma è in ogni caso insufficiente a soddisfare i bisogni della persona. Inoltre, il deficit può essere primario o secondario: è primario quando non c’è il giusto apporto in termini di alimenti (carenza alimentare), è secondario, invece, quando intervengono patologie diverse (epatiche, gastroenteriche) e non mancanza di nutrienti.

Per identificare i segnali di malnutrizione nei bambini, bisogna precisare che dipende dal tipo di malnutrizione, nel senso che non c’è una visione generale a livello di effetti se non il ritardato accrescimento, di cui parleremo più avanti. Possiamo, in ogni caso, ragionevolmente affermare che la mancanza di crescita, sia in termini di peso che in termini di altezza, è il segnale più evidente di uno stato di malnutrizione.

Quali sono i momenti della vita di un bambino in cui l’aspetto nutrizionale è, in particolar modo, determinante e per quali ragioni?

L’esistenza di un bambino, a partire dalla vita intrauterina, subisce determinati cambiamenti in termini di crescita. Cosa significa? Significa che nelle prime fasi di vita il bambino ha un eccesso di adipe, che gli serve per crescere sia in termini di lunghezza che di peso. A questa fase ne segue una di arresto fisiologico, in cui la crescita continua ma a un ritmo molto più lento del precedente e poi si verifica un nuovo spot di crescita che è quello prepuberale. Riassumendo: crescita nel primo/secondo anno di vita, rallentamento o meglio alternanza tra crescita staturale e crescita ponderale (nel senso che il bambino cresce o in altezza o nel peso, non entrambi) e poi spot di crescita prepuberale, tipico della fase adolescenziale.  

Abbiamo evidenziato le due fasi di crescita spinta proprio per sottolineare che, soprattutto in questi due momenti, è fondamentale prestare la massima attenzione al fabbisogno nutrizionale della persona, che diventa un “sorvegliato speciale”. Precisiamo, infine, che pari attenzione deve essere riservata alla crescita maturativa ed evolutiva, diversa da quella legata allo sviluppo fisico ma ugualmente importante.

Quali sono i deficit nutrizionali più dannosi, e quali le conseguenze?

Partiamo dal concetto di fondo per cui siamo in deficit se non c’è un bilancio positivo tra apporto e consumo. Ci sono dei nutrienti definiti essenziali perché caratterizzati da alcune vitamine e minerali che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare ed è per questo che nel momento in cui sono carenti nella dieta si verifica il deficit nutrizionale di cui parlavamo prima, e se ne manifestano i segni. 

Credo sia utile a tal proposito un focus su alcune vitamine, e su cosa comporta un deficit legato alla loro scarsità e disponibilità.

Vitamina A: se manca possono verificarsi problematiche oculari (il bambino non vede di notte, ha problemi di lacrimazione e se il deficit è grave può causare cecità). Inoltre, un deficit di vitamina A può comportare un disturbo nell’accrescimento osseo.

Vitamina D: la sua mancanza è associata al rachitismo nel bambino, oltre a debolezza muscolare e fino ad arrivare a deformazioni ossee. Nei casi più complessi può verificarsi un’ipocalcemia (mancanza di calcio) con il conseguente manifestarsi di convulsioni.

Vitamina K: molto importante per la sfera ginecologica, perché se i bambini appena nati non vengono supportati con la somministrazione di questa vitamina rischiano emorragie profuse.

Vitamina B6: un deficit di vitamina B6 può causare un insufficiente accrescimento, ed è anche associato a un’alterazione della flora batterica intestinale. 

Attenzione poi anche al ferro, al calcio, al fosforo e ad altri micronutrienti che rientrano nella sfera dell’accrescimento osseo, e che per questo sono fondamentali proprio nella fase di crescita. Infine, non possiamo non menzionare una forma grave di malnutrizione proteico-calorica che è rappresentata dal Kwashiorkor, cronica e molto diffusa in determinati Paesi (in questo caso non mancano solo le proteine ma anche tutti quei nutrienti fondamentali di cui parlavamo poco fa).

Come possiamo aiutare le mamme, anche in condizioni di scarsa disponibilità alimentare, a garantire il giusto apporto nutrizionale ai bambini?

Abbiamo sottolineato l’importanza delle varie vitamine e dell’apporto proteico, che in questo caso potrebbe/dovrebbe essere sanato con l’allattamento al seno, a condizione che la mamma sia in salute e nutrita in modo corretto. Ai bambini dovrebbe essere garantito l’allattamento al seno per un periodo il più prolungato possibile, perché nel latte ci sono anche dei fattori immunostimolanti molto importanti per la crescita, senza dimenticare ferro, calcio e altri nutrienti. Sono molto importanti anche gli ortaggi, la frutta rossa, la carne e una corretta idratazione. 

Se ci sono, poi, situazioni in cui la disponibilità di questi alimenti è scarsa, bisogna almeno fare in modo di preservare l’integrità della barriera gastrointestinale: significa che se il bambino riesce a mangiare poco, perché poco c’è, è fondamentale che quel poco almeno non venga perso, Quindi massima attenzione a tutte le contaminazioni e all’igiene e pulizia di quello che viene mangiato, per cercare di fare il meglio con quello di cui si dispone.

Ringraziamo di cuore la dottoressa Ernesti che ha dedicato parte del suo tempo alla nostra intervista, e che ci è stata d’aiuto nel porre l’accento su questioni di importanza fondamentale come la malnutrizione. A tal proposito ti ricordiamo che hai ancora un po’ di tempo per decidere di destinare il tuo 5×1000 a Comunità Solidali nel Mondo.

Se potessimo sconfiggere malnutrizione e disabilità noi ci metteremmo la firma: e tu, ci metteresti la firma?

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