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Autore: Francesco Cartei

Speciale Tanzania: intervista all’Ambasciatore italiano Marco Lombardi.

La situazione politica, il sistema salute, l’importanza della cooperazione: è stata un’intervista ricca di spunti di riflessione quella che ci ha visti a colloquio con l’Ambasciatore italiano in Tanzania Marco Lombardi. Siamo onorati di aver potuto condividere idee e pensieri con una figura istituzionale di elevata levatura e di grande umanità.

Ambasciatore Lombardi, a quasi un anno dall’insediamento a Dar es Salaam com’è cambiata la sua percezione della Tanzania? 

La mia percezione della Tanzania era e rimane molto positiva. Si tratta di un Paese dalle grandissime potenzialità che sta conoscendo un periodo di sviluppo senza precedenti. La sua giovane popolazione e la grande vitalità che si respira ogni giorno, in ogni angolo di un Paese grande tre volte l’Italia, mi fanno ben sperare per il suo futuro. 

Le criticità dell’area in cui opera, rilevate a inizio incarico, si sono confermate tali oppure ha notato cambiamenti positivi, pur in piena pandemia? 

La scelta della Presidente Samia Suluhu Hassan di farsi vaccinare in diretta televisiva, ha sicuramente contribuito a creare presso la popolazione una maggior consapevolezza dell’importanza di essere vaccinati. Il Covid ha portato in Tanzania e in tutto il mondo, un senso di incertezza che non giova al buon andamento dell’economia. Tuttavia i segnali positivi che si stanno registrando ultimamente ci rendono ottimisti. 

Nel corso della sua carriera ha girato il mondo, operando in Paesi estremamente diversi tra loro, dall’Irlanda al Giappone, passando per Albania e il Vietnam. Cosa rende l’Africa così unica rispetto ad altri luoghi? 

L’Africa è un luogo magico che ha dato i natali ai nostri antenati. La bellezza della natura e la sua prosperità danno forza alla vita che qui si manifesta in modi unici al mondo. Sono felicissimo della mia esperienza e auspico che tanti nostri connazionali possano scoprire questo posto straordinario. 

Qual è la posizione, l’auspicio, dell’Italia in riferimento alla leadership a forte connotazione femminile che parte dal Presidente della Tanzania, Samia Suluhu Hassan, e si estende ad altre cariche governative? 

L’Italia esprime grande soddisfazione per il fatto che, in un momento molto complesso, la Tanzania abbia saputo dimostrare grande maturità, passando da un’Amministrazione all’altra, nel pieno rispetto della Costituzione. Sosteniamo in modo convinto la leadership della Presidente Samia Suluhu Hassan che ha avviato un nuovo corso che ha l’obbiettivo di portare a termine i progetti del defunto Magufuli e di rendere la Tanzania un Paese sviluppato e con un livello di benessere in costante crescita. 

Se dovesse descrivere il “macrocosmo salute” tanzaniano, quali parole userebbe? Ci riferiamo, in particolare, alla situazione degli ospedali e dei centri di cura, ma anche alle università e al numero di corsi di laurea legati a professioni medico/sanitarie. 

La salute è un tema primario della nostra collaborazione con gli amici tanzaniani e il fatto che così tante Organizzazioni della società civile italiane, come la Vostra, stanno qui sviluppando progetti importantissimi, mi fa ben sperare. Ritengo che, per questo settore come per molti altri, sia necessaria quella collaborazione della conoscenza che porta mutui benefici ai nostri due Paesi. 

Lo scorso settembre ha incontrato i volontari del servizio civile che prestano servizio in Tanzania presso Comunità Solidali nel Mondo, nelle strutture di Dar es Salam e Mbeya. Si chiuderà tra pochi giorni il bando per il SCU 2022, cosa direbbe ai giovani che si sono candidati per prestare il loro prezioso supporto nell’impegno quotidiano di cura dei bambini disabili? 

È stato un grande piacere incontrare i rappresentanti di Comunità Solidali nel Mondo e ho avuto anche l’onore di presentarli, durante la mia missione a Mbeya, alla neo – eletta Speaker del Parlamento della Tanzania, On. Tulia Ackson. Desidero incoraggiare tutti i nostri giovani connazionali che si candidano per questo prezioso servizio e voglio ricordare che non solo aiutano chi ne ha davvero bisogno, ma contribuiscono, con la loro azione, a rendere grande l’immagine del loro Paese in Tanzania. Con la loro quotidianità fatta di servizio e altruismo, danno un contributo unico a Italia e Tanzania. 

Ringraziamo l’Ambasciatore e tutto il suo staff per aver dedicato tempo e impegno a un confronto importante e significativo, evidenziando molti punti importanti nel nostro rapporto quotidiano con il Paese e con le istituzioni.

Gondwana Coscienza e Solidarietà: intervista a Paolo Vicentini.

Paolo Vicentini è un amico, un sostenitore, un compagno di viaggio di Comunità Solidali nel Mondo. Il suo lavoro e quello di Gondwana Coscienza e Solidarietà, di cui è Presidente, è prezioso e indispensabile, e questa intervista testimonia che, insieme, si può andare davvero lontano.

Paolo, se parliamo di te parliamo inevitabilmente di Gondwana – Coscienza e solidarietà. Come nasce, cresce e si sviluppa questa realtà che oggi è un’associazione di promozione sociale di ampio respiro internazionale?

È una storia che parte nel momento in cui incontro Michelangelo (Chiurchù, Presidente di Comunità Solidali nel Mondo, ndr) e sua figlia Sara nella missione di Mtwango condotta da Fausta Pina e Don Tarcisio Moreschi e situata sugli altipiani della Tanzania, a circa 800 km dalla capitale Dar es Salam.

Nell’anno 2004 il nostro gruppo ha un compito e un progetto da realizzare nello sperduto villaggio di Kifumbe: il rifacimento dell’impianto idraulico e l’installazione di un pannello solare per la produzione di acqua sanitaria. Siamo ospiti e dialoghiamo volentieri sui reciproci progetti ed esperienze: ciò che ci accomuna è davvero il bisogno di condividere le origini del nostro “mal d’africa”. Qualche anno dopo,nel 2010,come nella trama di un romanzo ancora tutta da dipanare, si apre un dialogo sulla possibilità di coinvolgere il nostro gruppo e la Provincia autonoma di Bolzano nei nuovi sviluppi del Centro INUKA. Al rientro in Italia mi sento davvero chiamato in prima persona a una rifondazione qualitativa di tutta la nostra azione in favore dei tanti problemi e bisogni di quelle popolazioni, e particolarmente dei problemi toccati con mano dei bimbi con disabilità mentale e fisica, individuati e poi avviati alle cure con dedizione dai cari Stefano, Pina e dai loro collaboratori.

È così che a Trento, durante un convegno organizzato dalla Provincia sulle disabilità, incontro nuovamente Michelangelo e Stefano che, con un giovane parroco di colore, espongono al pubblico l’attività svolta in questi anni da INUKA. Ho con me la domanda di adesione all’associazione GONDWANA – Cooperazione e diplomazia popolare di Roma. Consegno il documento, e quello che era un desiderio comune si trasforma in consenso fattivo all’avvio di un primo progetto. Per procedere abbiamo bisogno dell’iscrizione all’albo provinciale delle associazioni di volontariato, nasce così GONDWANABZ – Coscienza e solidarietà- Bewusstsein und solidarität

Allo stesso modo, parlare di Gondwana – Coscienza e Solidarietà significa parlare di Comunità Solidali nel Mondo: come si sono incontrate le due realtà e quale è stato secondo te il collante che le ha avvicinate e che continua a tenerle vicine dal 2008 a oggi?

Il collante con “Comunità solidali nel Mondo” è stato ed è, nella sostanza, la condivisione delle stesse finalità: la realizzazione di strutture sia fisiche che sociali idonee all’accoglienza e all’assistenza dei tanti piccoli disabili. Una realtà che abbiamo incontrato e vissuto nei campi di lavoro. Ciò che ha consentito la realizzazione del nostro primo progetto, il laboratorio/workshop per la produzione di ausili ortopedici “TALITA KUM”, è certamente l’apporto di professionalità nell’elaborazione della domanda che il nostro piccolo gruppo non poteva e non era in grado di realizzare. Con “Comunità solidali nel Mondo” abbiamo visto da subito quella sinergia e quella forza collaborativa che poi avrebbe accompagnato tutti i nostri progetti a venire.

Nel Terzo Settore, l’unione fa la forza più che in altri campi? Lavorare per un obiettivo comune, scegliere una strada condivisa da percorrere insieme è sinonimo di maggiore credibilità e di maggiore probabilità di ottenere risultati concreti?

Le collaborazioni dentro questi movimenti sono preziose e indispensabili. Servono a dare un timbro di interculturalità, di interdipendenza, di sviluppo sociale e di coscienza. L’esempio mi è pervenuto dalle naturali e spontanee collaborazioni che contraddistinguono le parrocchie altoatesine di lingua tedesca che convergono “unitariamente” alla raccolta di risorse economiche che vengono poi poste con fiducia al Centro Missionario Diocesano di BZ-BX. Una unità di intenti di un bene comune per un comune obiettivo, l’ascolto e l’attenzione verso i più poveri e bisognosi di tutela.

KUWAJIBIKA – Farsi Carico è l’ultimo dei progetti che Gondwana – Coscienza e Solidarietà ha portato avanti con Comunità Solidali nel Mondo. Se dovessi rappresentare quest’ultima esperienza fatta insieme con cinque aggettivi e poi condividerli con la Provincia Autonoma di Bolzano e il Centro Missionario Diocesano di Bolzano, quali sceglieresti? 

Più che degli aggettivi, mi piace accompagnare il racconto del progetto con alcune riflessioni. Innanzitutto, non è questo l’orientamento usuale della PAB che mira invece alla realizzazione di strutture fisiche come scuole, ospedali, pozzi ecc. Siamo però riusciti a modificarlo con successo.

Poi, per conseguire le finalità che ci prefiggiamo, cioè assicurare continuità, è necessario produrre anche “strutture” sociali e legami che rendano possibili l’inclusione dei diretti interessati al fine del raggiungimento di una possibile autonomia. Avviare e consolidare questi processi diviene un plusvalore volto alla crescita sociale ed economica di queste popolazioni, che avvia ad un lento ma efficace progresso.

Con una sola affermazione potremmo dire che cresciamo e ci sviluppiamo insieme.

Il servizio civile: un anno che cambia la vita.

Del servizio civile tutti, a un certo punto della propria vita, hanno sentito parlare. In pochi, però, sanno davvero di cosa si tratta e comprendono la portata di valore che lo caratterizza.

Nato nel 1972, il servizio civile ha preso forma come diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare. La leva era obbligatoria, il servizio civile era alternativo alla leva e dunque anch’esso obbligatorio. Si è dovuto attendere quasi trent’anni, fino al 2001, per assistere all’istituzione del servizio civile nazionale su base volontaria, aperto anche alle donne. Con l’abolizione del servizio di leva obbligatorio, nel 2005, il servizio civile su base volontaria ha assunto, poi, un ruolo sempre più importante e centrale e nel 2017, da nazionale è diventato universale, con l’obiettivo di renderlo un’esperienza aperta davvero a tutti i giovani.

Spiegare il servizio civile a chi non lo ha mai fatto non è facile, perché rientra in quelle esperienze di vita pienamente comprensibili solo se vissute in prima persona. Noi, però, di ragazzi che ogni anno ci scelgono ne abbiamo incontrati tanti. Le loro parole, i loro pensieri sono sempre molto simili e tanto diversi: questo accade perché le motivazioni alla base della scelta possono essere differenti, ma alla fine del percorso ci si ritrova tutti travolti da un’onda di amore e dedizione che cambia la vita per sempre.

Valerio, Federica, Azzurra, tanti i nomi e tanti i volti dei ragazzi che hanno scelto Comunità  Solidali nel Mondo per la loro esperienza legata al servizio civile, e una sola frase che ritorna in tutti i racconti, in tutte le interviste: “Un anno che mi ha cambiato la vita”.

Nel corso del tempo sono stati tanti i progetti che abbiamo strutturato in relazione al servizio civile: Progetto Shamba, Progetto Simama, Progetto All Inclusive. Tutti sono sempre stati accomunati dal desiderio di garantire ai bambini disabili e alle loro famiglie un percorso fatto di traguardi grandi e piccoli, nel segno dell’inclusività e della dignità .

Quest’anno il progetto è ancora più ambizioso: l’obiettivo è di ampio spettro, finalizzato a migliorare le condizioni socio-sanitarie di 2800 minori con disabilità  dei Centri di Riabilitazione “Simama CBR” di Mbeya (Regione di Mbeya), dell’Ospedale di Riabilitazione “Inuka” di Wanging’ombe (Regione di Njombe)  e dei Centro di Riabilitazione “Antonia Verna –  Kila Siku”, nella Regione di Dar Es Salaam in Tanzania.

Vogliamo garantire ai bambini la propria autonomia, aiutandoli nei movimenti quotidiani che per noi sono scontati ma per loro diventano a ogni progresso una grande conquista. Gli obiettivi del progetto sono molteplici e si articolano lungo le importanti direttive di cura e di riabilitazione su cui si basano le nostre attività , nel rispetto delle comunità  locali, delle famiglie, delle tradizioni e delle persone prima di ogni cosa.

Nel corso del 2021 ci siamo concentrati soprattutto sul problema della malnutrizione, che affligge oltre il 30% dei bambini disabili. Come abbiamo scritto nel nostro ultimo articolo, però, per il 2022 vogliamo fare ancora di più. Vogliamo aumentare il numero dei bambini accolti nei nostri centri, consentendo a più famiglie di beneficiare dei trattamenti, vogliamo aumentare il numero di visite domiciliari, supportare fattivamente gli operatori locali, perfezionare i protocolli riabilitativi, e tanto altro ancora.

Non possiamo farlo da soli: abbiamo bisogno di te.

Abbiamo bisogno di una decisione importante, una di quelle che ti cambia la vita per sempre. Abbiamo bisogno di uno slancio di passione ed entusiasmo, uno slancio di vita. Noi, con il nostro personale, con gli operatori locali, con tutte le persone che negli anni hanno saputo creare e far crescere una comunità  unita e forte, saremo al tuo fianco.

Saremo con te anche quando avrai momenti di sconforto e di difficoltà: non possiamo garantirti che non ci saranno ma possiamo assicurarti che li supereremo insieme. Fai una scelta coraggiosa, scegli il servizio civile universale con Comunità  Solidali nel Mondo.

Qui trovi tutte le informazioni per partecipare al bando. Il 12 gennaio abbiamo organizzato su Zoom un meeting di approfondimento: se lo hai perso, manda un’e-mail a estero@cescproject.org e un nostro referente ti darà tutti i dettagli del progetto e delle attività previste in Tanzania.

Il servizio civile universale è la strada da percorrere per un futuro migliore, è il percorso per dare un senso più profondo alla tua vita, è un modo per conoscerti e per conoscere, per aiutare e per lasciare un segno.

Scegli di farlo con noi, scegli di fare la differenza: i nostri bambini ti aspettano.

L’anno che verrà.

“L’ultimo giorno dell’anno non è l’ultimo giorno del tempo.”

Carlos Drummond De Andrade

Per raccontare l’anno che sta per concludersi potremmo parlare dei dati del primo quadrimestre 2021, relativi al nostro centro di riabilitazione di Dar Es Salaam: 75 nuove registrazioni, 434 bambini iscritti, + 17% rispetto al 2020. Oppure potremmo raccontarvi i numeri del secondo quadrimestre: + 51% rispetto all’anno scorso e 41 nuovi bambini affidati alle cure del nostro team multidisciplinare. 

I numeri, i dati, le percentuali sono fondamentali per noi. Ci aiutano a spiegare meglio quello che facciamo, come lo facciamo, come utilizziamo le donazioni che le persone scelgono per noi. Non possiamo, però, fermarci a questo, perché il nostro 2021 è stato molto di più.

È stato l’anno del secondo anniversario dell’inaugurazione del Centro A. Verna – Kila Siku nel quartiere di Kawe, a Dar Es Salaam, in Tanzania, che dal 2017, anno di avvio del progetto “All Inclusive”, a oggi ha accolto oltre 400 bambini con disabilità. È stato l’anno in cui, nonostante le difficoltà ancora molto presenti legate alla pandemia, lo staff dei Centri Simama ha continuato a svolgere le sue attività nella città di Mbeya, offrendo un servizio di riabilitazione continuo e di qualità.

È stato l’anno del grande coinvolgimento e della profonda attenzione verso la campagna 5×1000 “Se potessimo sconfiggere malnutrizione e disabilità ci metteremmo la firma. E tu, ci metteresti la firma?” e verso la campagna di Natale, ancora in corso, “L’unico regalo che non si scarta. Questo Natale sorprendimi con il tuo amore”. Due percorsi di storie felici e di traguardi da raggiungere.

Nel 2021 abbiamo anche allestito la mostra fotografica “I bambini stanno bene”, un modo nuovo di vedere la disabilità e di affrontarla, con cui, grazie alle fotografie di Pietro Masturzo e Francesco Canturi, abbiamo provato a raccontare la gioia di vivere dei bambini disabili e il loro essere, appunto, bambini alla scoperta del mondo.

Da ultimo, ma solo in ordine cronologico, il 2021 è stato l’anno di un riconoscimento che ci ha riempiti di gioia e di orgoglio: l’Accademia dei Lincei ha assegnato a Comunità Solidali nel Mondo il Premio Antonio Feltrinelli 2021, per un’Impresa Eccezionale di alto Valore Morale e Umanitario. Il progetto oggetto della premiazione è stato “L’epilessia: la speranza della normalità”.

Tanti successi, tanti traguardi, tanti obiettivi raggiunti, ma tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’impegno della grande famiglia di volontari, professionisti, sostenitori, amici di Comunità Solidali nel Mondo. Una famiglia che cresce ogni giorno e che a volte sembra non bastare mai, tante sono le necessità dei bambini di cui ci prendiamo cura e delle loro famiglie. Per l’anno che verrà abbiamo due grandi sfide di cui occuparci: l’epilessia e la malnutrizione. Due sfide non semplici, che affronteremo con la stessa determinazione che ci contraddistingue dal 2007, da quando abbiamo iniziato le nostre attività in Tanzania.

Nel 2022, vogliamo puntare ancora più in alto. Vogliamo aumentare quei numeri, far salire quelle percentuali, realizzare nuovi progetti, diventare ancora di più una casa accogliente e un posto sicuro per i nostri bambini, per donargli un futuro prossimo che sa di normalità, un futuro di cui tutti noi abbiamo bisogno. 

Buon anno da tutto lo staff di Comunità Solidali nel Mondo!

Giornata Internazionale del Volontariato: intervista a Valerio Topazio.​

Ieri, 5 dicembre, è stata celebrata la Giornata internazionale del volontariato. Lo slogan scelto dalle Nazioni Unite per sottolineare l’importanza di questa ricorrenza nel 2021 è “Volunteer now for our common future”: parole con una valenza che esula da ricorrenze, celebrazioni, scadenze temporali. Scegliere di diventare un volontario oggi significa essere un volontario sempre. Ne è un esempio Valerio Topazio, giovane fisioterapista che abbiamo conosciuto nel 2018, durante il suo anno di servizio civile in Tanzania con CESC Project, partner di Comunità  Solidali nel Mondo. Quest’estate, Valerio ha deciso di fare un’esperienza di volontariato con Med’Equali Team a Samos, in Grecia, in un campo per richiedenti asilo.

Abbiamo immaginato che non potesse esserci un modo migliore per celebrare la Giornata Mondiale del Volontariato che un racconto dell’esperienza in Grecia di Valerio, ed è proprio da qui che parte la nostra intervista.

Valerio, quante erano le persone che si trovavano nel campo e quali erano le tue attività  quotidiane?

Durante la mia permanenza le persone ospitate dal campo erano meno di 400 ma questo numero in realtà è derivante da accordi di politica internazionale con la Turchia, perché fino allo scorso anno le persone ospitate superavano il numero di 4.000. Nel corso dei mesi estivi si sono verificati molti respingimenti in mare, e troppi sono gli accordi tra Paesi che violano i diritti umani, quegli stessi diritti umani che Gino Strada considerava giustamente “privilegi occidentali”.

La mia attività  professionale consisteva nel lavorare in una clinica con dottori che si prendevano cura di persone vulnerabili, fragili o di persone che portavano sulle spalle non uno zaino ma una zavorra, persone consumate da situazioni impossibili da sopportare per chiunque. Nel campo queste persone vivono situazioni traumatiche che determinano poi effetti come ansia, depressione, stress, mancanza di sonno, dolori cronici, mancanza di autostima e di motivazione. Pensando a queste problematiche ci si aspetterebbe un approccio di estrema tutela, invece non solo non sono tutelate ma vengono costantemente emarginate, trattate come esseri umani di serie B. Non sono la priorità  di nessuno e in Europa sono all’ultimo posto di ogni classifica.

Valerio, tu sei un volontario e un fisioterapista. La tua professione come si svolgeva a Samos?

La mia attività  era principalmente quella di fisioterapista clinico, all’interno del centro. Mi occupavo soprattutto di persone con dolore persistente: la maggior parte di loro lamentava cefalea, cervicalgia, lombalgia, tutti dolori che portano avanti da anni, e che nascono e si manifestano nel momento in cui arrivano in Grecia (non dimentichiamo le condizioni di vita nel campo, nonché la mancanza di supporto sociale e familiare). Sono persone che manifestano molti sintomi, non ne hanno uno solo, e quello che fanno non è niente altro che chiedere aiuto. Il mio lavoro principale era, appunto, quello di aiutarle, di insegnare degli esercizi ma soprattutto delle strategie attive di autogestione. Non dimentichiamo che non sono persone stanziali ma in continuo movimento, per cui la presa in carico deve essere basata su strategie attive. Non ho potuto permettermi di adottare delle strategie passive perché avevano il bisogno urgente di migliorare la loro condizione attraverso una strategia di autogestione, potendo e sapendo gestire il proprio problema poi in completa autonomia, anche lontano dal fisioterapista.

Si è trattato di un grande lavoro di équipe con medici, psichiatri, psicologi, un lavoro completo e totale, che propende per l’analisi dell’aspetto biopsicosociale e dunque che non vede la patologia, non vede il sintomo ma vede la persona: mette al centro la persona e cerca di aiutarla in quanto tale.

Valerio, che messaggio vorresti dare ai tuoi colleghi che sono già  sensibili a queste problematiche ma che magari possono aver bisogno di un input da parte tua, visto che tu sei già  andato oltre, hai avuto diverse esperienze nel volontariato che ti hanno anche aiutato a sviluppare la sensibilità  necessaria per capire e percepire completamente queste problematiche?

Il messaggio che voglio dare è di non fermarsi alle informazioni filtrate dai media o dalla classe politica ma di avere e trovare l’umiltà , il coraggio di avvicinarsi a una persona fragile, di chiederle cosa ha vissuto, qual è la sua storia. Sono tutte persone che scappano, fuggono letteralmente da tante situazioni diverse ma hanno in comune una cosa: sono disperate. Non possiamo permetterci di giudicarle, non possiamo neppure immedesimarci in loro, e non saremmo neanche capaci di sopportare quello che sopportano e che hanno vissuto. Quindi il messaggio che voglio dare è questo: prima di giudicare, prima di essere cinici e pragmatici, guardiamo l’altro aspetto, guardiamo il volto umano. E chiediamo a quella persona che cosa ha vissuto, chiediamole perché è qui, da che cosa sta scappando. Ci renderemo conto che è un essere umano che ha diritto di essere tutelato, che è vulnerabile e che gli spettano tutti quei diritti a cui noi non facciamo neanche caso, perché  li diamo per scontati, perché è come se ci fossero dovuti,  e perché per noi sono garantiti. Quindi non giudichiamo, ma chiediamo, e agiamo.

Valerio Topazio, fisioterapista, è attualmente impegnato in Tanzania, a Dar Es Salaam, dove ha iniziato una nuova esperienza professionale come Technical Advisor insieme a Comunità  Solidali nel Mondo. Lo ringraziamo per aver messo come sempre a disposizione degli altri la sua testimonianza, prestando voce a chi non ha voce.

Donare solidale: Natale 2021.

È impossibile far stare dentro un pacco tutta la generosità  di chi sceglie, ogni anno, di rinunciare a parte dei propri regali per far felice un bambino. Lo è perché questo tipo di amore è senza misura, e perché a ogni dono raddoppia, sprigionando tutta la sua forza. Un amore che quest’anno deve dividersi e moltiplicarsi, perché le necessità dei nostri interventi sono doppie e viaggiano su binari paralleli che vanno nella stessa direzione: far star bene i nostri bambini.

La disabilità  ha tante sfumature, ognuna con un peso importante: sai che il 30% dei bambini con disabilità soffre di malnutrizione? E sai che le problematiche legate all’epilessia affliggono il 50% dei bambini visitati nei nostri centri di riabilitazione? Hai mai pensato alle esigenze di un bambino? Sono tante, vero? E hai mai pensato alle esigenze di un bambino disabile? Sono molte di più, a cominciare dall’atto di prendersene cura, il primo motore del cambiamento positivo.

Per il Natale in arrivo abbiamo voluto raddoppiare gli sforzi, dedicando tutto il nostro impegno  a due situazioni di grave difficoltà  che riguardano i bambini disabili, la malnutrizione e l’epilessia. Non può esserci una classifica delle problematiche che li riguardano, così come non possiamo decidere di mettere da parte una causa per sostenerne un’altra: vogliamo sostenerle entrambe.

L’unico regalo che non si scarta.

Donare significa mostrarsi vulnerabili. Significa comprendere e ammettere che c’è ancora qualcosa da fare nel mondo e che non tutto va come vorremmo. Donare significa recuperare un’umanità  talvolta nascosta, ma presente in ciascuno di noi. Donare significa non vedersi mai rifiutare o scartare un regalo, che per chi lo riceve è vita, futuro, speranza. Partecipa anche tu alla costruzione di un domani migliore dell’oggi: puoi farlo in tanti modi, sceglierne uno o più di uno, condividerlo con gli altri.

Lotteria “Restiamo solidali” edizione 2021 

Acquistando i biglietti della lotteria potrai sostenere le cure riabilitative dei bambini del Centro di Riabilitazione A.Verna – Kila Siku a Dar Es Salaam, in Tanzania. Un biglietto costa solo 3€ e ti darà anche la possibilità di vincere tanti bellissimi premi.

Ambasciatore Kila Siku

Inizia oggi a prenderti cura del domani: diventa ambasciatore di un centro di riabilitazione  altamente specializzato. Potrai garantire ai bambini più vulnerabili della metropoli di Dar Es Salaam i trattamenti riabilitativi di cui hanno bisogno, farai parte di una comunità e sarai aggiornato su tutte le nostre attività.

Adozione a distanza

Il sostegno a distanza è una forma di cooperazione e solidarietà umana. Puoi assicurare ai bambini più vulnerabili i trattamenti riabilitativi di cui hanno bisogno. Il tuo contributo permetterà ai bambini di frequentare uno dei nostri tre centri socio-riabilitativi.

Donazione singola

Con la tua donazione, anche se non ricorrente, puoi aiutare i bambini più vulnerabili a garantirsi trattamenti domiciliari, cure riabilitative e un percorso di formazione specifico per le loro famiglie.

Questo Natale sorprendilo con il tuo amore.

Questo Natale può essere diverso per Moses, Peter, Noeli, e tanti altri bambini di cui Comunità Solidali nel Mondo si prende cura dal 2007. Sorprendili con il tuo amore, con la tua presenza, con l’attenzione che per lungo tempo gli è mancata. Noi mettiamo ogni giorno tutti i nostri sforzi e le nostre energie sul campo, per vedere aumentare sempre di più sorrisi e progressi: anche tu puoi essere la ragione di nuovi giorni felici. 

Sorprendili, sorprendici.

Comunità Solidali nel Mondo premiata dall’Accademia dei Lincei.

La notizia ci aveva già raggiunti qualche mese fa, in una mattina d’estate, quando il nostro team, nel ricevere la lettera dell’Accademia dei Lincei che informava dell’assegnazione del Premio Antonio Feltrinelli 2021 a Comunità Solidali nel Mondo, firmata dal Premio Nobel e Vice Presidente dell’Accademia Prof. Giorgio Parisi, non era riuscito a contenere gioia e commozione. Lo scorso 12 novembre a Palazzo Corsini, sede dell’Accademia, si è svolta la premiazione ufficiale, che ha visto l’intervento del nostro Presidente, Michelangelo Chiurchiù, in un discorso di ringraziamento che è anche un chiaro manifesto dei valori e dei sentimenti che animano le nostre attività.

“Viene dunque assegnato il Premio Antonio Feltrinelli per un’Impresa Eccezionale di alto Valore Morale e Umanitario per il 2021 a COMUNITÀ SOLIDALI NEL MONDO Onlus per il progetto ‘L’epilessia: la speranza della normalità’, per la particolare rilevanza del suo modo di concepire la cooperazione e la solidarietà internazionale, rispondendo ai bisogni sanitari più urgenti dei Paesi del sud del Mondo, partecipando così al raggiungimento di un importante obiettivo dei Millennium Development Goals: assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età.”

Con queste parole il Presidente dell’Accademia dei Lincei, il Prof. Roberto Antonelli, ha premiato la nostra associazione: la proposta oggetto del premio era, appunto, “L’epilessia: la speranza della normalità” e la scelta è stata motivata dalla rilevanza delle azioni di contrasto all’epilessia che l’organizzazione ha svolto proprio in questi anni in Tanzania, e che continua e continuerà a svolgere negli anni a venire.

Le parole del Presidente, Michelangelo Chiurchiù.

“Avete dato un inatteso riconoscimento alla nostra Associazione che non ha una larga visibilità e non ha grandi numeri ma, nonostante ciò, ha una sua originale peculiarità di lavoro nella Cooperazione in Africa e America del Sud che voi avete apprezzato e valorizzato. In particolare, in Tanzania, nel corso di 15 anni, abbiamo promosso 3 Centri di Riabilitazione che si fanno carico, a oggi, di 6.229 persone con disabilità: in un Paese povero gli ultimi tra gli ultimi! Di esse, 5093 sono bambini (tutti tenuti nascosti in casa prima del nostro intervento) e 1136 adulti. In queste strutture lavorano oltre 140 professionisti locali con la metodologia della CBR – Community Based Rehabilitation – metodologia che privilegia un approccio comunitario e che ridà competenze alle famiglie nel processo di riabilitazione e di inclusione sociale.
Grazie, grazie di cuore!”

In questo breve estratto, fatto di numeri e dati, si concentrano le tante anime di Comunità Solidali nel Mondo, che affianca all’amore per i bambini e alla cura per le loro necessità un rigoroso senso del dovere, una precisione maniacale per l’utilizzo delle donazioni e obiettivi di crescita sempre più elevati e sostenibili, con un unico fine ultimo: offrire soluzioni concrete alle fasce deboli del Sud del Mondo, rispondendo ai bisogni che la stessa popolazione percepisce come emergenti e offrendo servizi di alta qualità nell’assoluto rispetto della cultura locale.

“Credo sia impossibile separare la ricerca scientifica dalla società e dagli aspetti morali ed etici che essa a volte investe. L’Accademia, dai tempi di Galileo, ha da sempre seguito questa traccia. Questo premio ha un valore particolare perché ne rappresenta simbolicamente la quintessenza.” Il Professor Antonelli, nell’intervista concessa al nostro Presidente in occasione della premiazione disponibile integralmente in questo video, ha così commentato il significato del Premio, conferendogli un valore e un senso profondo che ci rendono ancora più orgogliosi del lavoro svolto.

Il Premio Antonio Feltrinelli che ci è stato conferito per un’impresa eccezionale di alto valore morale e umanitario ha avuto come motivazione la rilevanza del progetto proposto, le finalità complessive dell’ente e l’impegno sin qui profuso con l’aiuto dei soci dell’associazione e di tante persone solidali. E questo porta alla luce l’ultimo aspetto, ma non per questo meno importante, su cui vogliamo far luce oggi. I donatori, i volontari, tutte le persone che a loro modo e in ogni modo danno il proprio supporto a Comunità Solidali nel Mondo sono i veri vincitori: è a loro che va il nostro ringraziamento sincero e senza confini.

Grazie, oggi e ancora mille volte.

La parola alla scienza: la malnutrizione.

Abbiamo a lungo parlato di nutrizione nelle scorse settimane, affrontando l’argomento da vari punti di vista e approfondendo molti aspetti. Oggi pubblichiamo l’intervista alla dott.ssa Ilaria Ernesti, medico chirurgo, specializzata in Scienza dell’Alimentazione. Con la dottoressa Ernesti abbiamo parlato soprattutto di nutrizione nei bambini, di problematiche e di possibili soluzioni.

Dottoressa Ernesti, innanzitutto, facciamo chiarezza: cos’è la malnutrizione e quali sono i segnali di malnutrizione nei bambini?

La prima cosa da fare è un passo indietro: prima ancora di parlare di malnutrizione dobbiamo parlare di disturbo nutrizionale, perché la malnutrizione può essere intesa sia per eccesso che per difetto. Quindi possiamo avere una persona obesa malnutrita, così come una persona molto magra normonutrita. Oggi, però, il nostro focus sarà su un’iponutrizione per difetto. 

La malnutrizione, così inquadrata, è l’insieme o la varietà di alterazioni che possono verificarsi sia nelle analisi cliniche che ematiche e che deriva da un deficit di nutrienti. Il deficit può essere sia quantitativo che qualitativo ma è in ogni caso insufficiente a soddisfare i bisogni della persona. Inoltre, il deficit può essere primario o secondario: è primario quando non c’è il giusto apporto in termini di alimenti (carenza alimentare), è secondario, invece, quando intervengono patologie diverse (epatiche, gastroenteriche) e non mancanza di nutrienti.

Per identificare i segnali di malnutrizione nei bambini, bisogna precisare che dipende dal tipo di malnutrizione, nel senso che non c’è una visione generale a livello di effetti se non il ritardato accrescimento, di cui parleremo più avanti. Possiamo, in ogni caso, ragionevolmente affermare che la mancanza di crescita, sia in termini di peso che in termini di altezza, è il segnale più evidente di uno stato di malnutrizione.

Quali sono i momenti della vita di un bambino in cui l’aspetto nutrizionale è, in particolar modo, determinante e per quali ragioni?

L’esistenza di un bambino, a partire dalla vita intrauterina, subisce determinati cambiamenti in termini di crescita. Cosa significa? Significa che nelle prime fasi di vita il bambino ha un eccesso di adipe, che gli serve per crescere sia in termini di lunghezza che di peso. A questa fase ne segue una di arresto fisiologico, in cui la crescita continua ma a un ritmo molto più lento del precedente e poi si verifica un nuovo spot di crescita che è quello prepuberale. Riassumendo: crescita nel primo/secondo anno di vita, rallentamento o meglio alternanza tra crescita staturale e crescita ponderale (nel senso che il bambino cresce o in altezza o nel peso, non entrambi) e poi spot di crescita prepuberale, tipico della fase adolescenziale.  

Abbiamo evidenziato le due fasi di crescita spinta proprio per sottolineare che, soprattutto in questi due momenti, è fondamentale prestare la massima attenzione al fabbisogno nutrizionale della persona, che diventa un “sorvegliato speciale”. Precisiamo, infine, che pari attenzione deve essere riservata alla crescita maturativa ed evolutiva, diversa da quella legata allo sviluppo fisico ma ugualmente importante.

Quali sono i deficit nutrizionali più dannosi, e quali le conseguenze?

Partiamo dal concetto di fondo per cui siamo in deficit se non c’è un bilancio positivo tra apporto e consumo. Ci sono dei nutrienti definiti essenziali perché caratterizzati da alcune vitamine e minerali che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare ed è per questo che nel momento in cui sono carenti nella dieta si verifica il deficit nutrizionale di cui parlavamo prima, e se ne manifestano i segni. 

Credo sia utile a tal proposito un focus su alcune vitamine, e su cosa comporta un deficit legato alla loro scarsità e disponibilità.

Vitamina A: se manca possono verificarsi problematiche oculari (il bambino non vede di notte, ha problemi di lacrimazione e se il deficit è grave può causare cecità). Inoltre, un deficit di vitamina A può comportare un disturbo nell’accrescimento osseo.

Vitamina D: la sua mancanza è associata al rachitismo nel bambino, oltre a debolezza muscolare e fino ad arrivare a deformazioni ossee. Nei casi più complessi può verificarsi un’ipocalcemia (mancanza di calcio) con il conseguente manifestarsi di convulsioni.

Vitamina K: molto importante per la sfera ginecologica, perché se i bambini appena nati non vengono supportati con la somministrazione di questa vitamina rischiano emorragie profuse.

Vitamina B6: un deficit di vitamina B6 può causare un insufficiente accrescimento, ed è anche associato a un’alterazione della flora batterica intestinale. 

Attenzione poi anche al ferro, al calcio, al fosforo e ad altri micronutrienti che rientrano nella sfera dell’accrescimento osseo, e che per questo sono fondamentali proprio nella fase di crescita. Infine, non possiamo non menzionare una forma grave di malnutrizione proteico-calorica che è rappresentata dal Kwashiorkor, cronica e molto diffusa in determinati Paesi (in questo caso non mancano solo le proteine ma anche tutti quei nutrienti fondamentali di cui parlavamo poco fa).

Come possiamo aiutare le mamme, anche in condizioni di scarsa disponibilità alimentare, a garantire il giusto apporto nutrizionale ai bambini?

Abbiamo sottolineato l’importanza delle varie vitamine e dell’apporto proteico, che in questo caso potrebbe/dovrebbe essere sanato con l’allattamento al seno, a condizione che la mamma sia in salute e nutrita in modo corretto. Ai bambini dovrebbe essere garantito l’allattamento al seno per un periodo il più prolungato possibile, perché nel latte ci sono anche dei fattori immunostimolanti molto importanti per la crescita, senza dimenticare ferro, calcio e altri nutrienti. Sono molto importanti anche gli ortaggi, la frutta rossa, la carne e una corretta idratazione. 

Se ci sono, poi, situazioni in cui la disponibilità di questi alimenti è scarsa, bisogna almeno fare in modo di preservare l’integrità della barriera gastrointestinale: significa che se il bambino riesce a mangiare poco, perché poco c’è, è fondamentale che quel poco almeno non venga perso, Quindi massima attenzione a tutte le contaminazioni e all’igiene e pulizia di quello che viene mangiato, per cercare di fare il meglio con quello di cui si dispone.

Ringraziamo di cuore la dottoressa Ernesti che ha dedicato parte del suo tempo alla nostra intervista, e che ci è stata d’aiuto nel porre l’accento su questioni di importanza fondamentale come la malnutrizione. A tal proposito ti ricordiamo che hai ancora un po’ di tempo per decidere di destinare il tuo 5×1000 a Comunità Solidali nel Mondo.

Se potessimo sconfiggere malnutrizione e disabilità noi ci metteremmo la firma: e tu, ci metteresti la firma?

Fame e malnutrizione: una vergogna da cancellare.

Il 16 ottobre ricorre la Giornata Mondiale dell’Alimentazione. Una celebrazione importante, fondamentale, per promuovere la nutrizione sana e regolare in tutti gli angoli del pianeta. La realtà, però, rappresenta un mondo che sempre di più viaggia a velocità così lontane tra loro da sembrare, spesso, irraggiungibili.

Nel 2015 Einaudi, nella collana Passaggi, ha pubblicato “La fame”, di Martin Caparros. Per scrivere questo saggio, l’autore ha viaggiato attraverso India, Bangladesh, Niger, Kenya, Sudan e molti altri Paesi, incontrando tante persone che soffrono la fame ogni giorno e con la fame lottano per la loro intera esistenza. 

820 milioni di persone nel mondo sono denutrite e in alcuni bambini la disabilità è una causa diretta di malnutrizione. I bambini che nascono da mamme denutrite o malnutrite non riescono a sviluppare le capacità necessarie per condurre una vita normale. Inoltre, possono esserci difficoltà motorie o anatomiche che impediscono l’assunzione corretta di nutrienti, aumentando così le difficoltà ad alimentarsi. Infine, non bisogna dimenticare che per i bambini disabili è spesso necessario prevedere nutrienti aggiuntivi, proprio per far fronte ai problemi fisici causati dalla loro condizione.

Leggere “La fame” provoca una ferita lacerante e sviluppa un forte senso di inadeguatezza e impotenza: pagina dopo pagina si svelano meccanismi aberranti, speculazioni e colpe manifeste di Governi, multinazionali, grandi organizzazioni. Il libro si chiude con queste parole: “Dovremmo  pensare a come sarebbe un mondo che non suscitasse vergogna o senso di colpa o scoraggiamento – e cominciare a immaginare come cercarlo”.

Come possiamo cercarlo? Come possiamo costruirlo?

Aderire alla nostra campagna del 5×1000 di quest’anno può significare posare un primo mattoncino per passare dalla vergogna e dalla colpa alla creazione di un mondo differente. 

Ogni contribuente può donare il proprio 5×1000 attraverso il modulo dedicato che si trova all’interno della dichiarazione dei redditi semplicemente indicando il Codice Fiscale dell’organizzazione a cui vuole donarlo e firmando.

Se hai consegnato il Modello Redditi Persone Fisiche (ex Unico) negli uffici postali in forma cartacea oppure se presenti il Modello 730 precompilato e/o ordinario hai già avuto modo di esprimere la tua preferenza, e se hai scelto noi non possiamo che esprimerti tutta la nostra gratitudine.

Se, invece, devi presentare il Modello Redditi Persone Fisiche (ex Unico) in via telematica, direttamente o con un intermediario abilitato, hai ancora tempo fino al 30 novembre 2021 per poter effettuare la tua scelta.

Non fai la dichiarazione dei redditi ma vuoi comunque donare il tuo 5×1000?

Puoi farlo, sempre entro il 30 novembre 2021, attraverso la consegna dell’apposita scheda allegata allo schema di Certificazione Unica 2021 (CU) o al Modello 730 o al Modello Redditi Persone Fisiche (ex Unico) 2021 a:

  • un ufficio postale 
  • un intermediario abilitato alla trasmissione telematica 
  • direttamente attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate

Qui puoi trovare altre informazioni utili sulle scadenze fiscali https://www.ipsoa.it/dossier/dichiarazioni-fiscali-2021 ma se hai dubbi e vuoi donare a Comunità Solidali nel Mondo il tuo 5×1000 puoi scriverci in ogni momento oppure chiedere al tuo commercialista.

La risoluzione del tragico problema della malnutrizione e della fame passa anche attraverso piccoli grandi gesti, come quello di decidere di destinare il proprio 5×1000 a chi si impegna ogni giorno a combattere le ingiustizie, costruendo, mattone dopo mattone, un mondo che non scoraggia ma dona speranza.

Se potessimo sconfiggere malnutrizione e disabilità ci metteremmo la firma: e tu, ci metteresti la firma?

I bambini stanno bene: fotografia di una missione.

“La nostra scelta è stata quella di stare vicino alle persone meno tutelate. Sono state le parole di un missionario, di un amico, a farci riflettere sin dal principio, e abbiamo subito accolto e raccolto il suo invito, quello di occuparci delle persone con disabilità, delle persone dimenticate.”

L’incontro di giovedì scorso presso la gelateria Splash di Roma si è aperto con le parole del Presidente di Comunità Solidali nel Mondo, Michelangelo Chiurchiù, che ha ricordato da dove è partita l’associazione: dalle persone. Dalle persone dimenticate, dalle persone di cui non ci si cura, e di cui, spesso, ci si vergogna.

Noi, invece, cerchiamo sin dal 2007 di aiutarle, supportarle, restituirgli dignità: anche per questo abbiamo scelto come titolo della mostra fotografica, aperta ancora fino a domani 30 settembre, “I bambini stanno bene”, perché vorremmo che, quando lo sguardo di occhi e di cuore si posa su un bimbo disabile, a emergere fosse anche la sua gioia di vivere, il suo essere, appunto, bambino e l’energia che riserva alla scoperta del mondo.

La mostra ha raccontato un modo nuovo di vedere la disabilità, e di affrontarla, grazie alle fotografie di Pietro Masturzo e Francesco Canturi.

Pietro Masturzo nel 2010 ha vinto il premio World Press Photo Picture of the Year con un reportage sulle proteste iraniane all’indomani delle elezioni presidenziali: “Provo a raccontare la resistenza dell’essere umano. Perché anche nei momenti e nei contesti più drammatici, l’uomo conserva dentro di sé qualcosa che lo spinge ad aggrapparsi alla vita”.

Francesco Canturi, invece, ha vissuto dall’interno l’esperienza di Comunità Solidali nel Mondo, perché ha partecipato a un campo di lavoro in cui si producevano i mattoni usati poi per costruire il nostro centro: durante l’evento del 23 settembre ha condiviso con i presenti l’enorme bagaglio di vita accumulato nelle settimane passate in Tanzania, mentre era impegnato proprio in questa fase significativa di costruzione.

Molte delle mie foto sono state scattate in momenti difficili: sono foto rubate, e riflettono anche il mio forte coinvolgimento emotivo. Ricordo un bambino, in particolare, che mi prese per mano e mi portò a vedere casa sua. Camminammo insieme, lungo il tragitto lo fotografai – ci racconta Francesco – e mi sorprese, poi, venire a sapere che tutti erano stupiti dal rapporto che avevamo creato in quei pochi attimi, visto che il bambino soffriva molto per una malformazione agli arti inferiori e non era semplice avvicinarsi a lui. Ho ancora quella foto con me, non me ne separo.

Si può agire per il bene del mondo anche a distanza, ed è quello che fa Simonetta, la proprietaria della gelateria Splash che ci ha ospitato con amore. Simonetta conserva uno spirito libero e forte, che mette al servizio di chi non ha voce, e  di chi aspetta solo che qualcuno gli dia spazio per poter crescere, per poter vivere. La sua opera è importante e la sua voce, la testimonianza che ha condiviso anche durante l’evento, è sempre preziosa.

Il nostro ringraziamento, infine, va a tutte le persone che hanno sottratto del tempo alla loro quotidianità per dedicarlo a conoscere meglio i nostri progetti, a chi è venuto a salutarci quel giorno, a chi ha acquistato gli oggetti di artigianato solidale Mikono Yetu, a chi ha guardato con il cuore quelle foto, ed è stato capace di farsi permeare da tutta la vita che c’è dentro.

Se volete continuare a sostenerci, seguiteci sui nostri canali social e scoprite tutti i modi per far stare bene i nostri bambini.

A New York il Vertice Mondiale sui Sistemi Alimentari.

Secondo un articolo apparso pochi giorni fa su Nature, una persona su dieci è denutrita e più di un terzo della popolazione mondiale non può permettersi una dieta sana. Questa situazione, già drammatica di per sé, si è ancor più aggravata nell’ultimo anno e mezzo, soprattutto a causa della pandemia di COVID-19: rispetto al 2019, il numero di persone che soffrono la fame è aumentato del 15%.

Il 23 settembre si terrà a New York il Vertice Mondiale sui Sistemi Alimentari (UN Food Systems Summit – UNFSS), a seguito della convocazione da parte del Segretario Generale delle Nazioni Unite. Il vertice è stato preceduto da un pre-summit che si è svolto a Roma dal 26 al 28 luglio. Il pre-summit, organizzato in collaborazione con il Governo italiano, ha visto rimarcare l’impegno delle Nazioni Unite che, sotto la guida del suo Segretario Generale António Guterres, ha impostato l’evento come “vertice del popolo”, rimarcando la promozione della partecipazione di tutti i soggetti coinvolti, dai più grandi ai più piccoli, e ponendosi come obiettivo la tutela dei diritti umani per tutti, soprattutto per i gruppi più emarginati.

Quando si guarda alle statistiche diffuse dagli organismi internazionali in tema di alimentazione, i numeri appaiono subito impressionanti: 820 milioni di persone denutrite, 1,9 miliardi in sovrappeso: a questi dati catastrofici vanno aggiunti quelli che riguardano l’impatto sull’ambiente, e che rendono ancora più indispensabile un cambio di rotta. Gli autori dell’articolo che abbiamo citato in apertura, esperti di sistemi alimentari e nutrizione, hanno individuato sette priorità su cui basare gli interventi futuri:

a) mettere fine alla fame e migliorare la dieta di tutti

b) predisporre dei sistemi alimentari anti-rischio

c) proteggere l’uguaglianza e i diritti

d) potenziare la bioscienza

e) sostenere i cibi che arrivano dall’acqua

f) sfruttare la tecnologia digitale.

Il vertice sarà un momento di fondamentale importanza per disegnare la strada mondiale futura in materia di agricoltura e alimentazione. Le Nazioni Unite vedono soprattutto nella scienza un alleato indispensabile per rinnovare il sistema alimentare globale e raggiungere questi sette obiettivi.

Noi ci auguriamo che il vertice sia anche, concretamente, un momento di ascolto della società civile, dei popoli indigeni, delle piccole organizzazioni di produttori, dei giovani, degli agricoltori di ogni angolo della Terra, così come è stato promesso durante il pre-vertice di Roma.

Vorremmo che a tutti fosse garantito l’accesso a cibo nutriente, che tutti potessero adottare una dieta sana, che le risorse del Pianeta fossero protette e che i piccoli produttori agricoli riuscissero a vivere del loro mestiere in modo dignitoso.

Più di ogni altra cosa, però, vorremmo sconfiggere la malnutrizione: sai che il 30% dei bambini con disabilità ne soffre?

Ce ne occupiamo ogni giorno, e abbiamo scelto questo come tema della nostra campagna 5×1000 del 2021, proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica e per sottolineare quelli che possono essere i drammatici effetti di uno stato di malnutrizione, soprattutto se cronico.

Per conoscere l’agenda e tutte le attività del Summit:

https://www.un.org/en/food-systems-summit

Per saperne di più sul 5×1000:

La notizia più bella!

Accademia dei Lincei premia Comunità Solidali

Siamo orgogliosi e contenti di condividere con voi un importante riconoscimento ricevuto da parte della prestigiosa Accademia Nazionale dei Lincei che ci ha conferito il Premio “Antonio Feltrinelli” per un’Impresa Eccezionale di alto Valore Morale e Umanitario 2021.

La proposta che è stata premiata si intitola “L’epilessia: la speranza della normalità”.

Potremo così affrontare con maggiore forza gli enormi problemi sanitari di cui soffrono i bambini con disabilità in Tanzania.

Questa iniziativa in modo particolare vuole contrastare con urgenza le difficoltà legate all’epilessia, che affliggono il 50% dei bambini visitati nei nostri centri di riabilitazione.

Lo faremo attraverso le attività di diagnosi, la cura e l’assistenza costante di almeno 250 piccoli pazienti.

Ci teniamo a ringraziare di cuore l’Accademia e gli Accademici che hanno presentato e sostenuto la nostra candidatura.

Ci teniamo a ringraziare anche tutti i nostri sostenitori, senza i quali non sarebbe stato possibile raggiungere questo importante obiettivo.

L’anno di Simama!

Nel 2020, anche se con una breve chiusura e con le successive misure preventive rese necessarie dalla pandemia da coronavirus, lo staff dei Centri Simama ha continuato a svolgere le sue attività nella città di Mbeya, nella zona sud ovest della Tanzania, e ad offrire un servizio di riabilitazione continuo e di qualità.

A dicembre è stato organizzato un training formativo per le CRWs, (Community Rehabilitation Workers), parte fondamentale della CBR e dei nostri centri, con il supporto e la supervisione del fisioterapista e terapista occupazionale. Il training, svolto attraverso una modalità prettamente pratica e basato sullo studio di casi clinici, ha permesso alle operatrici di “scambiarsi” per un giorno e collaborare anche durante gli esercizi pratici con le colleghe degli altri centri (Iyunga, Simike ed Uyole). La formazione continua permette di migliorare le competenze e conoscenze del nostro staff  e offrire così un servizio di riabilitazione sempre migliore e di qualità.

Per migliorare la reportistica delle attività e della frequenza sono stati introdotti dei nuovi form e sono stati digitalizzati tutti i dati inerenti i centri.

Nel corso del medesimo mese lo staff Simama ha deciso di formalizzare la creazione di un gruppo di genitori per ogni centro. Ogni gruppo ha eletto un rappresentante, il quale si farà portavoce di problemi e suggerimenti da parte dei genitori. Questo permetterà una maggiore inclusione e partecipazione dei genitori nelle attività e una comunicazione più facile ed efficace con lo staff. Inoltre, i rappresentanti dei 3 centri creeranno una rete volta a favorire la collaborazione e a conseguire maggiore coordinamento.

Sono già molte le attività che lo staff ha iniziato a implementare nei primi mesi dell’anno: incontri di prevenzione in diversi centri di Salute della città indirizzato alle donne in stato di gravidanza; promozione della strategia CBR e incontri con le autorità locali; formazione più frequente alle CRWs e ai caregiver; programma di inclusione scolastica e formazione agli insegnanti e studenti.

Il 2021 è dunque ricco di progetti e programmi che mirano a fare sempre meglio, a lavorare con e per la comunità e a raggiungere con i nostri servizi anche i bambini più lontani.

Il nuovo numero di Inuka!

Nel suo editoriale, Michelangelo Chiurchiù, Presidente di Comunità Solidali nel Mondo, descrive i cambiamenti che hanno segnato la Tanzania nelle ultime settimane. Dalla morte del presidente negazionista John Magufuli, all’incarico di Samia Hassan Suluhu, prima donna ad assumere la carica di presidente in Tanzania.

A seguire un focus sulla situazione dei nostri Centri di Riabilitazione con le immagini e i racconti dei festeggiamenti a Dar Es Salaam del 3 dicembre scorso, in occasione della Giornata Mondiale della Disabilità.

A pagina 3 la soddisfazione di aver contribuito a promuovere l’Ospedale di

Riabilitazione Inuka, a Wanging’Ombe inaugurato nel 2011. Da piccolo centro adibito alla cura e alla riabilitazione dei bambini con disabilità oggi è diventato un riferimento importante per due intere regioni, a sud-ovest della Tanzania.

A pagina 4 troverete il nostro contributo al National Rehabilitation Strategic Plan – una strategia nazionale sulla riabilitazione per la definizione di un pacchetto di strumenti a sostegno delle persone con disabilità.

A pagina 5 l’intervista di Federica Castellana a padre Furaha Ntasamaye, giovane prete di 42 anni e referente per i nostri progetti nella regione di Mbeya.

A pagina 6, una preziosa analisi socio culturale sulla presa in carico del bambino con paralisi celebrale infantile in Tanzania. L’autore è Valerio Topazio, fisioterapista già volontario in servizio civile nel paese africano.

A conclusione la recensione di Azzurra Cori del primo manuale per la riabilitazione delle persone con disabilità promosso da Comunità Solidali.

La presa in carico del bambino con paralisi cerebrale infantile in Tanzania

L’analisi socio-culturale di Valerio Topazio, fisioterapista, già volontario in Servizio Civile nel paese africano

La paralisi cerebrale infantile (CP) è un disturbo persistente ma non progressivo che si presenta nel bambino a seguito di una lesione cerebrale con alterazioni delle funzioni cognitive e motorie. 

La CP può essere individuata già nei primi mesi di vita, quando il neonato presenta disfunzioni neurologiche o anomalie nelle tappe dello sviluppo psicomotorio. 

L’importanza di un intervento e di una diagnosi precoce risulta fondamentale perché, nel primo periodo di vita, lo sviluppo del cervello è caratterizzato da un alto tasso di plasticità e da una buona capacità di recuperare.

In Tanzania, però, una significativa percentuale di bambini con CP inizia il trattamento di riabilitazione troppo tardi, quando sono bambini adulti (considerati così superato l’anno di età). Se poi consideriamo le difficoltà nell’adottare le linee guida, la severità di alcuni casi, purtroppo, la prognosi tende solo a peggiorare.

Perché la presa in carico inTanzania ritarda? Perché tanti bambini iniziano il trattamento riabilitativo dopo il primo anno di età e molti addirittura dopo, perfino a 5/7 anni? 

Quali possono essere gli elementi che rallentano la presa in carico del bambino affetto da CP?

Queste e altre sono state le domande che mi sono posto quando, dopo la mia laurea in fisioterapia , ho trascorso un anno di volontariato in Tanzania. In un contesto caratterizzato da queste difficoltà, ho avuto modo di raccogliere molti dati e di osservarne il comportamento.

In Tanzania la presa in carico dei bambini affetti da CP ritarda a causa di elementi che ne ostacolano il processo: ho voluto dividere gli elementi in fattori di rischio modificabili, parzialmente modificabili e non modificabili.

I fattori di rischio modificabili sono considerati di natura ambientale e sono quelli sui quali possiamo intervenire.

FATTORI EDUCATIVI:

  • i cittadini hanno una scarsa educazione sanitaria, non si conosce il problema, e non si cerca un rimedio;
  • i cittadini hanno una scarsa fiducia verso le Istituzioni e verso la sanità pubblica.

FATTORI CULTURALI:

  • spesso si assiste a una stigmatizzazione della disabilità: ciò porta alla paura di parlarne alla comunità, il bambino viene isolato e deprivato del contesto sociale, la comunità non viene a conoscenza del problema quindi viene meno il supporto dalla rete sociale;
  • ci si affida al witchdoctor (lo “sciamano”) prima che si arrivi in un ospedale.
    Questo perché spesso la malattia nel bambino viene vista come una maledizione da epurare e spesso viene colpevolizzata la mamma di questo;

FATTORI SOCIO-POLITICI:

  • isolamento, molte persone vivono confinate in un contesto rurale, quindi la rete sociale è molto povera;
  • svantaggio economico, la mancanza di un sostegno economico da parte del governo e delle istituzioni locali, porta a limitare le cure per il bambino con disabilità e a favorire gli altri che possono apportare maggiore beneficio nella rete familiare.
  • carenza di strutture e risorse

a) la mamma durante la gravidanza e dopo il parto non viene seguita da uno specialista (ginecologo o pediatra) per visite di follow-up;
b) non tutto il personale sanitario è istruito per eseguire una corretta valutazione sottovalutando la gravità del problema [3];
c) mancanza di diagnostica strumentale (ad esempio neuroimaging);

d) pochi medici specializzati sul territorio, si assiste a una migrazione nelle grandi città o nelle zone più ricche;
e) carenza di un’assistenza capillare sul territorio, i centri della salute (le nostre guardie mediche) sostituiscono spesso gli ospedali (si arriva a partorire anche lì) e il servizio spesso è gestito da personale non qualificato.

I secondi, i fattori parzialmente modificabili, sono legati nell’identificare la patologia stessa.

FATTORI EZIOLOGICI:

  • le cause di CP in Tanzania differiscono da quelli nei paesi industrializzati/occidentali.

Ad esempio, in Tanzania si assiste a una CP post natale legata a meningiti, ittero, malnutrizione.

Ciò indica che la differenza della lesione porta ad una valutazione diversa (le lesioni post natali hanno un diverso timing durante lo sviluppo cerebrale rispetto a quelle prenatali);

in aggiunta la conoscenza che abbiamo sulle valutazioni di predire la CP e gli strumenti generalmente utilizzati sono basati su studi nelle popolazioni industrializzate/occidentali, questo ridurrebbe la qualità della valutazione in contesti in via di sviluppo [3].

In tal senso la ricerca potrebbe indirizzare gli studi per questa popolazione specifica e saperne di più sulla valutazione di predire la CP.

Infine abbiamo i fattori non modificabili legati alla manifestazione della patologia stessa.

FATTORI TEMPORALI:

  • la CP può manifestarsi sopra l’anno quando gli impairment sono lievi, moderati o legati alle funzioni cognitive superiori (disabilità cognitiva); in altre parole il deficit emerge quando la richiesta funzionale aumenta pertanto risulta difficile predirlo sotto l’anno e poter intervenire precocemente [3].

Analizzando questi dati nel tempo mi sono reso conto che tutto ciò che fanno i centri sostenuti da Comunità Solidali nel Mondo, intervengono per ridurre questi elementi che rallentano la presa in carico del bambino con disabilità.

Infatti adottando le linee guida della riabilitazione su base comunitaria (CBR) si cerca da anni di  educare e sensibilizzare la popolazione, di raggiungere in maniera capillare le periferie, di migliorare i servizi sul territorio facendo rete con le istituzioni locali, fare formazione agli operatori e al personale locale, creare attività di micro credito per ridurre lo svantaggio economico.

È tutto ciò che Comunità Solidali nel Mondo fa da tempo; tutto per ridurre quel soffocante peso che la disabilità crea, soprattutto in contesti rurali dove la distribuzione della ricchezza non è equa e si entra in un circolo vizioso povertà-disabilità dove l’una influenza automaticamente l’altra.


Bibliografia:

[1]https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4173665/

[2] CP NICE guidelines https://www.nice.org.uk/guidance/ng62

[3]https://www.researchgate.net/…/46190540_A_review_of_the…

[4]https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25488951/

Con le proprie gambe!

Inaugurato il 13 agosto 2011, quello che allora era “solamente” un piccolo centro adibito alla cura e alla riabilitazione dei bambini con disabilità, nel corso degli anni è diventato un riferimento molto chiaro per le regioni di Njombe e Mbeya, a sud-ovest della Tanzania. Il 27 febbraio del 2019 infatti, il Centro Inuka CBR è stato riconosciuto dal Governo tanzaniano come “Ospedale di Riabilitazione” sotto la gestione della Diocesi di Njombe – proprietaria della struttura – ed è entrato a far parte della rete delle strutture sanitarie della Tanzania. Solo nel 2020, il Centro ha offerto i suoi servizi a oltre 950 persone.

Il modello Inuka rappresenta sicuramente una “best practice” nel paese africano proprio per la metodologia promossa, quella Riabilitazione su Base Comunitaria (CBR nella sua sigla inglese) di cui ci siamo fatti promotori in questi anni. Il coinvolgimento delle famiglie, le attività di formazione e di informazione delle comunità locali sono esperienze che hanno segnato anche profondamente i contesti in cui abbiamo operato. Un modello di approccio “globale” alla disabilità.

Atteso che la persona con disabilità ha molteplici bisogni – oltre quello della riabilitazione – si è cercato di offrire risposte concrete attraverso un approccio integrato. Sono state promosse attività volte a favorire l’inclusione scolastica dei bambini con disabilità i quali, tradizionalmente, frequentavano le lezioni in classi differenziate. Le attività generatrici di reddito supportate in questi anni, come l’oleificio e la fattoria agricola, hanno consentito di superare lo stigma sociale che condannava le persone con disabilità e hanno favorito una loro inclusione nei contesti lavorativi e nelle comunità di appartenenza.

La partecipazione dei dirigenti di Inuka al gruppo di lavoro attivato presso il Ministero della Salute per la definizione di una Piattaforma sulla Riabilitazione e la partecipazione di Comunità solidali attraverso un suo rappresentante ha permesso di condividere con esponenti governativi istituzionali e rappresentanti di altre associazioni e centri di riabilitazione le buone prassi, i nodi da sciogliere e alcune proposte operative che speriamo possano presto diventare legge.

Possiamo dire di avere centrato l’obiettivo che ci eravamo fissati: creare un modello di servizio per la riabilitazione sulla base delle linee guida tracciate dalla legislazione tanzaniana, proporre questo modello a livello nazionale come ripetibile e aver creato le condizioni perché il Centro potesse essere sostenibile e autonomo.

Infatti la Diocesi di Njombe ci ha chiesto, a partire dal 2021, di poter procedere con maggiore autonomia, e far camminare Inuka sulle proprie gambe!

Il messaggio che ci perviene è significativo perché le nostre risorse possono essere impegnate in altri contesti dove i bisogni sono ancora scoperti.

Non faremo mancare certo il nostro supporto e il nostro aiuto, se ci verranno richiesti, ma cercheremo di incoraggiare l’orgogliosa intenzione della Direzione di Inuka di voler prendere in mano il proprio futuro.

Grazie! ASANTE SANA!

Kila Siku compie due anni

Domenica scorsa abbiamo festeggiato il secondo anniversario dall’inaugurazione del centro di riabilitazione A.Verna – Kila Siku nel quartiere di Kawe, a Dar Es Salaam, in Tanzania.

Dal 2017, anno di avvio del progetto “All Inclusive”, ad oggi sono 401 i bambini con disabilità che si sono iscritti al centro (18 in più solo nell’ultimo mese).

Prima della costruzione del centro, nel quartiere di Kawe, solo una piccola stanza all’interno del dispensario della Congregazione delle Suore di Ivrea, nostro partner locale, veniva dedicata alle cure di riabilitazione.

Dall’apertura di due anni fa, grazie anche alla maggiore capienza della struttura, è stato possibile incrementare il numero dei trattamenti riabilitativi mensili in media da 80 a 370 e il numero di bambini seguiti direttamente, ogni mese, da 30 a 70.

Il nuovo centro ha permesso di avere una segreteria per l’accoglienza, uno spazio riservato ai trattamenti individuali di cognitive e speech therapy, una stanza per i trattamenti e una palestra per gli esercizi di riabilitazione, uno studio per le visite mediche e una stanza per le attività di formazione rivolte ai genitori.

In questi due anni infatti più di 250 genitori hanno ricevuto corsi di formazione teorici e pratici riguardo la disabilità e la riabilitazione.

In questo modo è stato possibile raggiungere più bambini e assicurare loro una maggiore qualità dei servizi di riabilitazione offerti, un risultato che cerchiamo di migliorare, ogni giorno.

Grazie! Asante sana!

Martina racconta Giancarlo

L’11 gennaio è andata in onda su Tv2000, nel programma L’ora solare, condotto da Paola Saluzzi, una bellissima intervista a Martina Ciabatti.

Durante l’intervista Martina ha raccontato il grande lavoro del marito Giancarlo, scomparso prematuramente, e anche il suo supporto ai nostri progetti in Tanzania a favore dei bambini con disabilità.

Vogliamo proporvi un passaggio che ci sta particolarmente a cuore perché riassume perfettamente i nostri valori e la nostra mission.

Ci teniamo anche a ringraziare Martina per essere sempre al nostro fianco!

“Restiamo Solidali”, un successo la lotteria di Natale 2020

Lo scorso venerdì 15 gennaio alle ore 17:00 presso la sede dell’Associazione in Via Lungro 1 a Roma si è tenuta l’estrazione dei biglietti vincenti della 1° edizione della Lotteria “Restiamo Solidali”, partita a novembre 2020.

È stato un momento di felicità e di condivisione che abbiamo deciso di vivere insieme a voi attraverso una diretta facebook.

Ecco l’elenco dei 15 biglietti vincenti:

Questa prima edizione è stata un grande successo; sono stati venduti tutti i biglietti (4.000 per l’esattezza) e grazie alla generosa partecipazione di tantissime persone abbiamo potuto raccogliere  12.500€

Ricordiamo che i fondi raccolti servono a sostenere le cure riabilitative dei bambini del Centro di Riabilitazione A.Verna – Kila Siku, a Dar Es Salaam, in Tanzania.

Siamo molto soddisfatti e ringraziamo tutti gli amici che ci hanno supportato nella distribuzione dei biglietti e tutte le persone che hanno voluto “esserci comunque” acquistando uno o più biglietti. Abbiamo avuto prova dell’affetto di tante persone che avvolge la nostra associazione e soprattutto le comunità dei nostri Centri in Tanzania.

Un ringraziamento particolare va anche alle realtà che hanno deciso di esserci accanto in questa iniziativa donandoci i premi e alzando notevolmente la qualità della lotteria.

Meno di una settimana alla estrazione dei biglietti vincenti della lotteria di natale 2020 “Restiamo Solidali”

La prima edizione della nostra lotteria solidale è stata un vero successo e noi siamo felicissimi di annunciarvi che i biglietti sono esauriti!

L’estrazione si terrà il 15 gennaio 2021, alle ore 17:00 presso la sede dell’associazione in Via Lungro 1, a Roma.

Non possiamo che ringraziare le numerosissime persone che hanno deciso di partecipare e di supportare questa bella iniziativa.

Un ringraziamento particolare va anche alle realtà che hanno deciso di donarci alcuni premi:

Hotel Castello Golfo Aranci / La Casermetta Rooms & Bar / TURMS / La Chiusetta Agriturismo / BioAgriturismo La Casa degli Uccellini / Mikono Yetu – Artigianato Solidale

Grazie di cuore a tutti, ci vediamo venerdì prossimo!

Grazie! Asante sana!

Due eventi per celebrare la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità

Lo scorso 3 dicembre, abbiamo celebrato la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità presso i nostri centri di riabilitazione a Dar Es Salaam e a Wanging’Ombe.

Grazie all’evento organizzato dal personale del centro di riabilitazione Antonia Verna Kila Siku CBR si è potuto discutere di riabilitazione e inclusione sociale insieme alle autorità locali di Kawe e del distretto di Kinondoni.

La riabilitazione è un diritto primario di tutte le persona con disabilità! Questo è il messaggio principale che abbiamo deciso di trasmettere.

Durante questo evento hanno partecipato Hussein Said e Saleh Abdallah, come rappresentanti del centro di riabilitazione Inuka Southern Highlands CBR – rispettivamente fisioterapista e manager dei servizi riabilitativi di Inuka – i quali hanno condiviso con noi la loro esperienza all’interno del primo ospedale riabilitativo del Paese.

Ha partecipato anche Albino Kalolo, professore del Dipartimento di Salute Pubblica della St. Francis University College of Health and Allied Sciences (SFUCHAS), che ha raccontato l’esperienza dei centri di riabilitazione all’interno del settore Salute.

L’incontro è stato utile anche per condividere con la comunità locale i risultati raggiunti in questi quasi 4 anni, grazie al progetto All Inclusive, finanziato dall’AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo).

Anche a Wanging’Ombe, presso il centro Inuka si è tenuto un evento per la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità.

Un incontro con gli utenti (bambini e adulti), i professionisti del Centro e le autorità locali.

Abbiamo raccontato la storia di Inuka e ricordato la legge sui diritti delle persone con disabilità.

È stata un’occasione anche per ricordare l’importanza dell’istruzione e dell’inclusione scolastica.

Siamo convinti che le persone con disabilità non debbano essere escluse dalla società ma, anzi, bisogna coltivarne il talento.

Il capo villaggio ha ringraziato Inuka per il suo lavoro sul territorio e con le comunità.

Due genitori hanno esposto le loro difficoltà e ci hanno aiutato a prendere consapevolezza sull’importanza del nostro intervento.

Un Natale davvero speciale

Dal 2019 il centro di riabilitazione A.Verna Kila Siku promuove l’inclusione sociale delle persone con disabilità nella megalopoli africana di Dar Es Salaam.

Kila Siku è già una certezza per molti bambini, ora dobbiamo assicurargli una lunga, lunghissima vita.

Per sostenere il Centro abbiamo organizzato una lotteria solidale. la cui estrazione si terrà il 15 Gennaio 2021.

Non solo, da oggi sarà possibile sostenere il Centro attraverso una donazione mensile e diventare Ambasciatori di Kila Siku!

È possibile regalare questa opportunità a una persona davvero speciale e diventare così la nostra certezza per questo Natale. 

Questo perchè, nonostante il centro sia stato inaugurato a Febbraio del 2019, ha visto in questi ultimi mesi il completamento di una seconda palestra che permette di accogliere più bambini e programmare più attività riabilitative e, in parallelo, all’interno del Centro è stato realizzato l’Ostello che potrà ospitare le mamme dei bambini che vivono troppo lontano del Centro per frequentarlo di giorno e poi tornare a casa.

Inoltre l’ostello, consentirà anche di ospitare professionisti italiani volontari (neuropsichiatri infantili, fisioterapisti, fisiatri, etc.) per l’aggiornamento e la formazione del personale locale sempre in un’ottica di programmazione strutturata del Centro.

Grazie! Asante sana!

Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità

Comunità Solidali celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità in Tanzania

“Comunità Solidali celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità in Tanzania con i protagonisti di un importante progetto come ALL INCLUSIVE”

Il 3 dicembre lo staff di Comunità Solidali nel Mondo, si riunirà a Dar Es Salaam nel Centro di Riabilitazione “Antonia Verna –

Kila Siku CBR – Dar es Salaam – Kawe

” insieme agli operatori, i genitori dei bambini con disabilità che sono presi in carico dal Centro, con rappresentanti governativi e del Ministero della Salute, della Diocesi e con alcuni professionisti, come relatori, provenienti da tutta la Tanzania che operano direttamente nel campo della riabilitazione.

L’incontro sarà utile per condividere i risultati del nostro progetto All inclusive come esempio di intervento globale sulla disabilità attraverso il metodo della Riabilitazione su base Comunitaria.

Il nostro approccio è il principio-base del Disability ACT- la Legge quadro sulla disabilità promulgata dal Parlamento tanzaniano: “La persona con disabilità è un cittadino tanzaniano come tutti gli altri, con i suoi diritti e doveri.”

RESTIAMO SOLIDALI – LOTTERIA DI NATALE 2020

Vogliamo affrontare le difficoltà di quest’anno con il sorriso e, perché no? Con un po’ di fortuna!

I fondi raccolti serviranno a sostenere le cure riabilitative dei bambini del Centro di Riabilitazione A.Verna – Kila Siku.

Con soli 3€ è possibile acquistare un biglietto solidale, vincere una bicicletta elettrica e tanti altri premi e dare la possibilità ad un bambino con disabilità di ricevere le visite di cui ha bisogno.

In pratica, se vinci tu, vinciamo tutti!

ATTENZIONE: L’estrazione dei biglietti non si terrà più il 21 dicembre (come segnato sul biglietto) ma il 15 gennaio 2021 sempre presso la sede dell’associazione a causa delle difficoltà di distribuzione dei biglietti legate alla complicata situazione attuale.

Non è possibile acquistare i biglietti Online.  Ma, inviandoci una mail a solidarieta@solidalinelmondo.org sarà nostra premura darti ogni indicazione e metterti in contatto con un responsabile.

Grazie! Asante sana!

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